Mentre tanti ragazzi e famiglie aspettano di poter riavere il prezioso servizio di trasporto disabili negli Istituti superiori, ripartito ieri a regime ridotto, c’è chi è riuscito a recuperare quel pizzico di normalità che diventa fonte di grande felicità. E così il primo giorno di scuola, anche se in ritardo rispetto ai compagni di classe, diventa un giorno da ricordare. Lo racconta Maria Di Bella, la mamma che nei giorni scorsi aveva scritto un’accorata lettera e fatto sentire forte la sua voce per chiedere di ripristinare al più presto il servizio di trasporto disabili. Sua figlia Chiara non era riuscita ad andare a scuola come tutti gli altri ragazzi, era stata costretta a rimanere a casa perché senza il trasporto, ma anche senza l’assistenza igienico-sanitaria, non è nelle condizioni di poter frequentare le lezioni. Aveva chiesto solo normalità per sua figlia e per tutti quei ragazzi che già vivono la disabilità e che non meritano di essere ulteriormente discriminati.
Ieri, invece, Chiara è andata a scuola. Frequenta il quarto anno al Liceo Basile e ha aperto gli occhi presto, prima ancora che la sveglia suonasse, con il pensiero che per lei la mattinata sarebbe stata finalmente insieme ai suoi compagni e ai suoi insegnanti. Un giorno speciale, perché ieri, Chiara, ha anche compiuto 17 anni e a scuola l’attendevano palloncini e una piccola festa per il suo compleanno e per il suo ritorno in classe. «Non vedeva l'ora di andare, è stata felice di ritrovare innanzitutto gli operatori che l’hanno accompagnata a scuola e poi anche l’assistente alla comunicazione, figure fortunatamente riconfermate e che per noi rappresentano una certezza per il benessere di nostra figlia», racconta Maria. Sua figlia Chiara è tornata a casa portando con sé la gioia di una giornata bellissima.
«Dispiace pensare che ciò che dovrebbe essere scontato non lo è, i sorrisi di oggi ripagano amarezze che a volte chi vive una condizione di difficoltà legata alla disabilità si trova ad affrontare», dice Maria. A volte ci si dimentica che dietro procedure amministrative, appalti, burocrazia e numeri ci sono storie, famiglie, vite. Come quella di Chiara, che ieri per i suoi 17 anni ha avuto il regalo più bello. E come quella di Maria, che ha visto sua figlia felice e spera che il tanto decantato principio di inclusione non sia solo un bel motto ma la normalità per tutte le famiglie che vivono la disabilità.
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