Messina

Mercoledì 27 Novembre 2024

Messina, può partire la progettazione del retroporto di Tremestieri

Adesso sembra davvero tutto pronto per l’avvio della progettazione della principale appendice al nuovo porto di Tremestieri. Mentre il cantiere del nuovo grande approdo, finalmente, sembra viaggiare ad un ritmo che lascia pensare con ottimismo al rispetto del nuovo cronoprogramma ( la fine dei lavori dovrebbe avvenire fra due anni), l’Autorità di Sistema ha preparato il terreno per poter dare al nuovo grande porto della città, anche una zona a disposizione, quel retroporto che a Tremestieri non si può realizzare ma che nascerà a valle dello svincolo di San Filippo. A giorni sarà firmata la consegna del servizio al raggruppamento che a marzo ha vinto l’appalto per la progettazione dell’area e a luglio ha firmato il contratto. Se lo è aggiudicato la Via Ingegneria di Roma che ha presentato la propria offerta insieme ad altri quattro studi specializzati con cui si dividerà il compito di ultimare studi e progettualità fattibilità tecnica economica. Le linee di intervento sono due ed è scattata una interessante joint venture fra Adsp e Comune. La location è un’area di circa 100mila metri quadri a valle dello svincolo di San Filippo al quale sarebbe collegata con un tunnel che passa sotto la statale. Il primo obiettivo è quello di creare spazi per il preimbarco dei mezzi pesanti. Il nuovo porto a sud è un progetto nato per far traghettare solo i mezzi pesanti, ma nel corso degli anni è diventato, il prossimo approdo anche per le auto con la rigenerazione della Rada San Francesco. Gli spazi della chiocciola e della banchina non sarebbero più sufficienti ad ospitare i picchi di traffico, specie quelli estivi. Per questo la piastra logistica potrebbe fungere da moderna area di stoccaggio per i mezzi durante l’attesa dell’imbarco alleggerendo l’autostrada. In tal senso, a braccetto con il Comune, dovrebbe nascere il primo tratto della via del Mare, cioè il collegamento a valle della statale, fra Tremestieri e San Filippo. Asse, a sua volta, destinato, nel futuro, a congiungersi con la via Don Blasco. Il secondo obiettivo è quello della realizzazione nella stessa area di un’area retroportuale per attività logistiche di supporto al tessuto produttivo locale, un vero e proprio district park con funzioni anche doganali. Un modo per filtrare all’origine gran parte del traffico commerciale (ci sarebbe anche un’area del freddo) altrimenti diretto verso altri siti e verso il centro urbano. Questo distretto commerciale sarebbe a carico del Comune che con l’Adsp ha tracciato, in una convenzione firmata lo scorso giugno, l’azione che i due enti dovranno seguire per rendere “disponibili” le aree (alcune sono di Rfi altre di privati) e per poter sviluppare il progetto nel suo complesso. La convenzione prevede una condivisione delle azioni che dovranno portare alla redazione del progetto di fattibilità tecnico economica. Il Comune diventa essenziale nella realizzazione (e non solo della progettazione) perché i 100mila metri quadri dell’area ricadono nella competenza di Palazzo Zanca pur essendo in gran parte privati o ad appannaggio di Rfi. Non solo, per la costruzione della piastra logistica dovranno essere avviate le procedure per l’approvazione del progetto in variante allo strumento urbanistico e per l’acquisizione delle aree si dovrà procedere all’esproprio. Tutte attività nelle quali i Comune sarà chiamato ad intervenire in prima persona. Quindi accanto al lavoro dei professionisti che hanno vinto la gare di progettazione di un opera da 62 milioni di euro di stima, sono previste anche attività di supporto svolte da un coordinamento operativo formato dall’ing. Vito Leotta del Comune e dall’arch. Salvatore Cuffaro.

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