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Messina, l’attesa lunga 30 anni sta terminando: via ai lavori del secondo Palagiustizia

C’è un obiettivo, un traguardo da raggiungere. Forse anche uno stimolo per chi si è buttato a capofitto nell’impresa. La consegna del secondo palazzo di Giustizia in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario del 2026. Quattordici mesi di lavori per arrivare alla fine di gennaio di quell’anno con i due edifici da adeguare pronti per essere consegnati alla città.
E il countdown è partito in questi giorni. Sia all’ex Banco di Roma che alla ex Cassa di Risparmio sono scattati i lavori. Un momento atteso da quasi 30 anni, quello del concreto avvio della realizzazione della seconda casa della “giustizia” messinese. E non a caso ieri mattina in via Garibaldi si sono incontrati il sindaco Basile, il suo vice Mondello, l’assessore Cicala e il dg del Comune Puccio, con Massimo Fiore (e il suo staff), amministratore delegato della Unire 54 spa, da cui Palazzo Zanca ha acquistato per 16 milioni circa i due preziosi immobili, chiudendo, finalmente una ricerca partita nel 1995, con 24 miliardi a disposizione. Un giro d’orizzonte alla Cassa di Risparmio che, nonostante il peso dei 15 anni di chiusura e lo stato di abbandono generale non riesce a nascondere tutto il fascino di un palazzo liberty con 100 anni di storia. Le centinaia di cassette di sicurezza ammonticchiate all’ingresso e quei microfilm 16 mm usati come un archivio, sono un flashback che riporta a quando quello era uno degli istituti più frequentati da una città sicuramente più ricca. Le ultime “operazioni” risalgono a una quindicina di anni fa. Poi solo polvere e attesa.
Il Comune, attraverso la Patrimonio Messina, tre anni fa pubblicò un bando (l’ultimo tentativo di superare lo stallo, ha ricordato ieri l’assessore Cicala) per la ricerca di locali adeguati alle necessità del ministero della Giustizia e del Tribunale di Messina. La risposta di Unire 54 spa e del suo a.d. Massimo Fiore, ha dato una svolta alla vicenda. Il resto lo ha fatto la sintonia trovata con i vertici di palazzo Piacentini che hanno sposato da subito la soluzione.

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