Una giornata al mare come tante; dentro lo zaino, immancabili, le due solite buste usate per raccogliere un po’ di plastica e qualche cicca di sigaretta.
Questa volta, però, due soli sacchetti non sono bastati a Domenico Piraino e Mattia Tramontana (il primo un pattese trapiantato a Milano, l’altro residente a Tindari).
In contrada Galice, lungo il fazzoletto di spiaggia compreso tra un villaggio turistico e la foce del torrente Timeto, i due amici hanno trovato davvero di tutto, tanto da dover chiedere in prestito a dei residenti della zona alcuni sacchi extralarge.
«È nostra abitudine – raccontano i due alla “Gazzetta del Sud” – portare con noi qualche busta di plastica per tirare via un po’ di spazzatura dall’arenile. Ma con grande rammarico ci siamo accorti che la spiaggia di Galice è davvero un ricettacolo di rifiuti». Muniti di guanti e sacchi ottenuti in prestito, Domenico e Mattia hanno quindi deciso di spendere qualche ora in più del loro tempo: «In un tragitto relativamente breve abbiamo raccolto di tutto: bottiglie, lattine e plastiche di vario genere, ma anche pneumatici, resina, ferro ormai arrugginito e addirittura delle siringe. Molti dei rifiuti – riferiscono i due – erano mischiati ai detriti e ai sedimenti naturali del mare, tra cui legno e alghe». Poi la macabra scoperta: «Lungo la strada del ritorno abbiamo notato un triangolino di plastica emergere dalla sabbia, ma nel raccoglierlo abbiamo trovato resistenza, così ci siamo messi a scavare e abbiamo tirato fuori un blocco di plastica interrato di circa due metri quadrati, probabilmente occultato di proposito sotto uno strato superficiale di sabbia».
I rifiuti, raccolti e accatastati in un angolo dell’arenile, sono stati successivamente rimossi e smaltiti dalla ditta che gestisce il servizio di raccolta differenziata per conto del Comune di Patti. «Purtroppo – riflettono Domenico e Mattia - la mole di rifiuti presente a Galice è davvero elevata e rappresenta un pericolo sia dal punto di vista ambientale che sotto il profilo della sicurezza delle persone che frequentano la spiaggia. Non siamo dei “turisti della legalità”, semplicemente amiamo il nostro territorio e crediamo sia giusto occuparsene, anche con piccoli gesti. Ci auguriamo che anche la politica si faccia carico del problema, gestendo e tutelando con attenzione i beni comuni».
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