In Sicilia non solo c’è carenza di treni a lunga percorrenza, ma quei pochi treni scampati ai vari piani di smantellamento, utili a garantire il diritto alla piena mobilità e alla continuità territoriale, vengono negli ultimi mesi soppressi" fanno notare Antonio Currò di Rifondazione comunista e Marina Barbera, rappresentante de "La casa del Popolo".
"Da anni - spiegano - contrastiamo la strategia aziendale del gruppo FS di tagliare i treni a lunga percorrenza da e per la Sicilia basata sulla cosiddetta “rottura del carico”. In sintesi i passeggeri che partono dall’isola devono necessariamente spezzare il viaggio utilizzando i treni regionali e gli aliscafi per poi prendere il treno a lunga percorrenza nella stazione ferroviaria di Villa San Giovanni. Si può solo immaginare la scomodità, la fatica, lo snervamento dei passeggeri (soprattutto anziani, famiglie con passeggini e disabili) che devono affrontare questa tipologia di viaggio".
A causa di ciò - aggiungono - le stazioni principali della Sicilia diventano spesso teatro di tensioni, imprecazioni, lamentele e bagni di sudore per centinaia di passeggeri. Tutto questo è dovuto al fatto che, negli ultimi 15 anni, nonostante le lotte politiche e sindacali per contrastare questo esito, sono stati progressivamente tagliati buona parte dei treni diretti al nord-Italia. Resta sul nostro territorio un treno “Intercity notte” diretto a Milano, mentre i residui treni diretti a Roma Centrale sono 4: due “Intercity giorno” e due “Intercity notte”. Negli ultimi due mesi, inoltre, la situazione si è ulteriormente complicata. Svariati “Intercity giorno” e “Intercity notte” vengono giornalmente cancellati per le motivazioni più disparate, delle quali la più grave è la penuria di vetture per la composizione dei treni. Per capire perché questo avviene è necessario sapere che i treni provenienti da Roma o da Milano e diretti a Palermo e Siracusa, si trasformano, utilizzando le stesse identiche carrozze, in treni diretti principalmente a Roma; se non ci sono ritardi considerevoli, nell’arco di qualche ora, dopo una sommaria pulizia e risistemazione delle vetture, il treno riparte. In caso contrario questa operazione diventa praticamente impossibile poiché se il treno non arriva in tempo a destinazione, non può ripartire, visto e considerato che le carrozze sono le stesse. Tutto questo non è accettabile! Due treni cancellati in un attimo! Ci chiediamo con quale leggerezza si possano sopprimere i treni a lunga percorrenza solo perché non ci sono carrozze disponibili per comporre un treno, situazione che Trenitalia riserva solo ai siciliani che viaggiano su pochi treni e per di più vetusti. In estate, a causa degli incendi, dei cantieri sulla linea, dei guasti agli impianti di circolazione, dei problemi all’aria condizionata nelle vetture, ecc. i ritardi sono all’ordine del giorno e se Trenitalia non si dota di un parco vetture adeguato, tanti passeggeri continueranno a vivere i viaggi come incubi! Riteniamo oltraggioso che non vengano fatti i dovuti investimenti necessari ad ammodernare i treni destinati alla lunga percorrenza mentre si pensa di investire circa 15 miliardi di euro per il ponte sullo stretto.
Ci sembra evidente - affermano - che i disservizi giornalieri vissuti dai viaggiatori generino da un lato disprezzo verso il servizio e dall’altro consenso nei confronti del ponte. Vogliamo un servizio pubblico ferroviario in Sicilia dignitoso, affidabile ed efficiente; non esistono viaggiatori di serie A e di serie B. I siciliani hanno il diritto di usufruire di una mobilità inclusiva, sostenibile e accessibile per tutte e tutti. Facciamo appello alle istituzioni locali - concludono - affinché difendano il diritto al trasporto pubblico ferroviario. Facciamo appello alle organizzazioni sindacali affinché si battano in difesa delle lavoratrici, dei lavoratori e dei viaggiatori".
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