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“Un uomo in mare con un cavallo, imitatori di Cairoli ed esibizionisti”: il Comune di Oliveri sanziona e... ci scherza su

Dal cavaliere errante agli imitatori di Cairoli: il Comune di Oliveri segnala le scorrettezze di bagnanti e utenti... con ironia. "Sfogliando con leggerezza l’agenda dei disagi di questo mese, ci si imbatte in tre storie di pellegrini che, in attesa di incontrare la Madonna, hanno sostato da noi per condividere le loro memorabili imprese", si legge nel post dell'amministrazione. "La prima è quella del cavallo marino. Un quindicenne cavaliere errante, proveniente dal centro della terra di Sicilia, è montato in sella al suo destriero, facendo tappa nelle acque del nostro mare. Qui, il quadrupede ha interagito con i sorpresi bagnanti. “Perché non si può fare?” Sembra proprio di no. Identificato e verbalizzato.
La seconda riguarda due imitatori di Cairoli. Con la differenza che la loro pista erano le nostre strade. Due iradiddio, più abili su una ruota che su due. Il loro unico errore? Dovevano scegliere strade meno controllate. Verbale per guida pericolosa. E poi c'è quello che proprio non ce la fa. Invece di scegliere l’opzione B, decide di imitare l’uomo di Neanderthal e omaggia i muri di una casa con il suo bene liquido. Il bellimbusto si sarà convinto di essere in missione per conto di Dio, e che dunque ogni atto gli fosse perdonato. Tesi senz’altro suggestiva, ma che a occhio e croce deve aver suscitato un certo prurito all’orgoglio della Polizia Municipale. Verbale per atti osceni. Non intendiamo stilare classifiche di simili virtuosismi, per la cui comprensione occorre scomodare la psicologia più estrema oppure il vecchio manuale di educazione civica. Ma una domanda ci deve essere concessa. Nell’anno del Signore 2024, con i social che descrivono una certa attenzione verso ciò che accade nel nostro territorio, come gli viene l’idea di scaricare qui i due minuti d’odio? Confessiamolo. Siamo stati tutti giovani come loro e il nostro nome lo abbiamo iscritto nell’elenco di sciocchezze da dimenticare. Ma la sensazione è che prima ognuno di noi combinava le proprie bravate col terrore di essere scoperto e battuto come un tappeto la domenica mattina. Invece questi energumeni sembrano soffrire della sindrome da asilo nido. Sono rimasti fermi al tempo in cui anche la peggiore delle marachelle veniva punita al massimo con lo scappellotto di un prete o di una suora.

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