Si sono conclusi ieri sera i lavori di collegamento dei nuovi pozzi di Briga e Mili alla rete idrica comunale, dopo l’accelerazione impressa dall’ordinanza urgente e contingibile firmata dal sindaco Federico Basile giovedì sera. Da ieri sera, dunque, l’acqua dei quattro pozzi (poco più di 30 litri al secondo in totale) si aggiunge ai circa mille litri al secondo che vengono distribuiti nella rete cittadina. E qui si innesca la grande questione che ha tenuto banco, per tutta la giornata di ieri, tra i cittadini: l’acqua è potabile oppure no? Sul tema sono intervenuti prima l’Amam, all’ora di pranzo, poi il sindaco Federico Basile, in serata. «Si ribadisce che tutta l’acqua immessa in rete e distribuita ai cittadini è potabile – le parole di Amam –. Tuttavia, solo in attesa del completamento della già avviata procedura per ottenere il rilascio del giudizio di idoneità da parte dell’Asp e della licenza di attingimento da parte del competente ufficio del Genio civile di Messina, enti ai quali Amam ha già fornito tutta la documentazione necessaria, il sindaco raccomanda, in via precauzionale, l’utilizzo ai soli fini igienico-sanitari delle acque della rete idrica comunale sino a che, con successivo ed immediato provvedimento, verrà data comunicazione dell’ottenimento del formale giudizio di idoneità da parte di Asp». Concetti più o meno identici sono stati espressi, qualche ora più tardi, dal sindaco: «Abbiamo voluto imprimere una accelerazione per mitigare ancora di più i disagi che una parte della città ha vissuto e sta vivendo a causa della carenza idrica. Si tratta di un incremento della risorsa idrica di circa 30 litri al secondo, che rappresenta un apporto significativo per la comunità. Desidero rassicurare i miei concittadini – ha aggiunto Basile – che l'acqua immessa nella rete è potabile, come riportato nell'ordinanza e come confermato dalle analisi condotte in collaborazione con l'Asp. Sebbene manchi solo un passaggio burocratico per rendere ufficiale questa certificazione, mi sono assunto la responsabilità di procedere in deroga ai normali iter. Non è possibile, l'ho detto più volte , gestire una situazione emergenziale seguendo iter ordinari. L'acqua è potabile perché lo certificano le analisi eseguite, la raccomandazione ad un uso esclusivamente igienico sanitario al momento è un atto dovuto in via precauzionale». Ciò che i cittadini si sono chiesti per tutta la giornata (e si continuano a chiedere) è: se l’acqua è potabile, perché raccomandare «strettamente» – così dice l’ordinanza – di usare l’acqua solo per scopi igienico-sanitari? Perché un solo organo può certificare, per legge, la potabilità dell’acqua ed è l’Asp. E l’Asp non l’ha ancora fatto. Finché non lo farà, sebbene le analisi dei laboratori privati e accreditati, contattati dal Comune, e di cui l’Asp è a conoscenza, dicano che l’acqua è potabile, questa potabilità non sarà ufficiale. Dal punto di vista giuridico, quell’acqua non è potabile. Dal punto di vista pratico, analisi di laboratorio alla mano, lo è. Quanto valesse la pena innescare questa confusione per 30 litri al secondo (una goccia, seppur preziosa, rispetto ai mille totali) è l’ulteriore quesito di fondo che aleggia nell’aria. La posizione di Palazzo Zanca è chiara: l’acqua è sicura, non l’avremmo mai immessa, e ci siamo assunti la responsabilità di accelerare senza aspettare i tempi della burocrazia.