Messina

Domenica 24 Novembre 2024

La morte della piccola Beatrice, condannati quattro medici dell’ospedale di Taormina

Il Tribunale di Messina

Si è concluso con quattro condanne il processo di primo grado per la morte di Beatrice Morici, una bambina palermitana di 5 mesi, morta il 30 agosto 2018 all’ospedale Bambin Gesù d Roma dove era arriva in condizioni gravissime dopo essere stata trasferita dall’ospedale San Vincenzo di Taormina. Il processo era nei confronti di quattro medici, Felice Davide Calvaruso, cardiochirurgo pediatrico, Simone Reale, medico anestesista, Andrea De Zorzi, medico cardiologo pediatrico e Salvatore Agati, medico cardiochirurgo pediatrico, tutti all’epoca dei fatti in servizio presso l’ospedale San Vincenzo di Taormina. La sentenza è della giudice monocratica Antonella Crisafulli che ha condannato Calvaruso a 2 anni e 6 mesi e gli altri tre medici a due anni con il beneficio della pena sospesa. Il pubblico ministero Roberto Conte, a conclusione del suo intervento aveva chiesto la condanna a 3 anni. I genitori che nel processo sono persone offese, sono state difese dagli avvocati Antonino Cozza e Nicodemo Gentile, hanno seguito passo dopo passo la vicenda. Nella difesa dei medici sono stati impegnati l’avvocato Gaetano Scalise per Reale, De Zorzi e Agati e l’avvocato Francesco Siracusano del Foro di Catania per Calvaruso . L’inchiesta, per omicidio colposo, era approdata a Messina dopo una serie di passaggi. Nel luglio del 2018 la piccola fu sottoposta ad un intervento chirurgico all’ospedale di Taormina ma qualcosa quel giorno andò storto. Come denunciarono i genitori, l’intervento sarebbe dovuto durare circa cinque ore ma la piccola uscì dalla sala operatoria dopo dodici ore. La piccola fu poi trasferita d’urgenza all’ospedale Bambin Gesù di Roma dove morì il 30 agosto 2018. L’inchiesta aperta a Roma dopo una serie di passaggi è arrivata alla procura di Messina, dove si è anche svolto un incidente probatorio. Il gip di Messina una prima volta nel 2019 aveva deciso di trasmettere gli atti a Roma per competenza territoriale, poi il processo è tornato a celebrarsi nella città peloritana.

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