Messina

Domenica 24 Novembre 2024

Messina, Basile forza la mano: attivati quattro pozzi senza l’ok dell’Asp, tutta l’acqua diventa non potabile

La telenovela dei pozzi si chiude nel modo più “estremo”. Con un’ordinanza contingibile e urgente, il sindaco Federico Basile rompe gli indugi e decide di forzare la mano, senza più attendere i passaggi amministrativi – esiti delle analisi dell’Asp e via libera del Genio civile – che da settimane lasciano tutto in stand-by: da oggi nella rete idrica della città verrà immessa l’acqua dei due pozzi di Briga e dei due di Mili. Si tratta di circa 30 litri al secondo, che si andranno ad aggiungere ai mille litri – a volte poco più, a volte poco meno – che di norma vengono immessi nella rete quotidianamente. Con una raccomandazione, evidenziata con risalto nell’ordinanza stessa: «È strettamente raccomandato di usare l’acqua della rete idrica comunale solo per le esigenze igienico-sanitarie». Raccomandazione necessaria: per il Comune l’acqua è potabile, lo certificano le analisi effettuate da due laboratori specializzati, Chemitenco Sud e Tetralab, ma perché sia considerata ufficialmente potabile serve che a certificarlo sia l’Asp. E proprio questo è uno dei passaggi che il sindaco attende da giorni, ma non è ancora arrivato. Ieri pomeriggio Basile ha deciso che l’attesa era durata abbastanza. «Ci stiamo prendendo la responsabilità – dice Basile – di agire in deroga, dal momento che, come denunciamo dall’inizio, abbiamo dovuto affrontare un’emergenza regionale seguendo iter burocratici ordinari. Nonostante tutte le difficoltà possiamo adesso procedere ad immettere in rete l’acqua. Questo intervento rappresenta un passo importante che contribuirà a ridurre ulteriormente i disagi nelle zone della città più colpite dalla carenza idrica, migliorando la disponibilità di acqua per tutta la comunità. Abbiamo lavorato e stiamo continuando a farlo per dare risposte ai cittadini che più di tutti hanno sofferto per la carenza idrica dovuta, lo voglio ricordare, ad un’emergenza di carattere regionale. Abbiamo messo in campo uomini, mezzi e risorse economiche, scontrandoci anche con la burocrazia per garantire l'acqua a tutti i cittadini». Un atto amministrativo, dunque, firmato nella qualità di massima autorità sanitaria locale. Ma anche un atto politico, con evidenti messaggi nemmeno così indiretti alle autorità regionali, mettendo nel mirino le lungaggini della burocrazia, che persistono pur in presenza di un’emergenza conclamata. Due pozzi sono a Briga Marina, per un totale di circa 14-15 litri al secondo; altri due sono a Mili, il pozzo Busà e il pozzo Cucinotta, con una portata che dovrebbe arrivare a 24 litri. In totale 38-39 litri al secondo. Le richieste di giudizio di idoneità dell’acqua da destinare al consumo umano sono state presentate da Amam all’Asp il giorno prima di Ferragosto, mentre sono ancora più datate le istanze per la licenza di attingimento inviate al Genio Civile (1 luglio per i pozzi di Briga, 12 agosto per quelli di Mili). Nel frattempo Amam ha effettuato le analisi delle acque prelevate dai pozzi e, si legge nell’ordinanza, «le stesse analisi hanno certificato la potabilità delle acque di che trattasi alla positiva verifica dei parametri di legge necessari per l’immissione della risorsa idrica in rete». I risultati delle analisi sono stati trasmessi sia all’Asp che al Genio civile, martedì e mercoledì. A Palazzo Zanca hanno confidato in un via libera definitivo e ufficiale fino a ieri pomeriggio, poi la decisione: la firma dell’ordinanza. Ordinanza che, appunto, «limita l’utilizzo della risorsa idrica soltanto per fini igienico-sanitari e per il tempo limitato al completamento della procedura di rilascio del giudizio di idoneità da parte dell’Asp nonché del rilascio della licenza da parte del Genio civile». Comune e Amam, di fatto, sono “costretti” a dichiarare formalmente non potabile tutta l’acqua della rete idrica comunale (1000 litri al secondo), perché mancano i via libera ufficiali sui 38-39 litri al secondo che verranno immessi da oggi tramite i quattro pozzi. Una forzatura, appunto, che potrebbe indurre a chiedersi: ne valeva la pena? Intanto ieri si è tornati alla normalità – parola impegnativa, in tempi come questi –, dopo la riparazione del guasto alla condotta a Santa Margherita e il distacco programmato di martedì. Operazione che, ha detto ieri il sindaco Basile, «ha provocato disagi minimi rispetto ai distacchi degli scorsi mesi, nonostante la situazione generale, grazie anche ad un’organizzazione più oliata della macchina e all’utilizzo di un numero maggiore di autobotti». Nella giornata di mercoledì, quella più critica, le richieste di autobotti giunte al Coc sono state 145, «tutte evase», ci ha tenuto a precisare il sindaco. Nonostante questo, le segnalazioni di disagi a macchia di leopardo sono arrivate anche ieri, con alcune zone che, evidentemente, soffrono il problema idrico più di altre: a sud il villaggio Cep, nella zona centro-nord San Jachiddu, Rione Ogliastri, la “solita” via Lanzetta, a nord Ganzirri e Torre Faro (le ultime in cui l’erogazione è tornata “regolare” dopo il distacco). Nella giornata di oggi dovrebbe essere presa un’altra decisione importante: si valuterà, infatti, se ripartire da domani con il piano dell’acqua alternata tra zone A e B, come è avvenuto, da un mese a questa parte, fino alla vigilia del distacco di martedì, oppure se proseguire con un’erogazione omogenea su tutto il territorio. Posto che realmente omogenea, l’erogazione, non lo è da anni.

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