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I-Hub, a Messina una sfida internazionale: nascerà un polo tecnologico e non solo

Sarà uno studio di progettazione di respiro internazionale a occuparsi di disegnare l’I-Hub dello Stretto. Non solo un polo scientifico ma anche un nuovo riferimento urbanistico nascerà dalla macerie di quelle quattro strutture che hanno per decenni occupato, e invaso, una delle zone più preziose e meno valorizzate del centro città.
La seduta della terza commissione consiliare, presieduta da Emilia Rotondo, ha approfondito uno dei progetti più impattanti sul futuro della città. Uno di quelli che, pur essendo slegato alla mobilità in senso stretto, può cambiare il valore e la percezione urbanistica di un intera porzione della città.
Sono stati il vicesindaco Salvatore Mondello e il responsabile del procedimento Pasquale Tripodo a presentare il programma e i primi dettagli operativi dell’opera destinata a essere completata nel dicembre del 2029. Oltre cinque anni di progettazioni e lavori per arrivare ad avere un polo tecnologico chiamato ad essere un riferimento per la Sicilia orientale e uno spazio comune che sia l’ingresso, più dignitoso di quello attuale, per le diverse centinaia di migliaia di croceristi che ogni anno passano da Messina.
E allora a proposito di scadenze, o meglio, di obiettivi temporali, il più prossimo emerso nella seduta di ieri è quello legato all’avvio delle opere di demolizione dei due edifici ancora in piedi. A fine ottobre scorso, dopo circa 45 giorni, si sono conclusi i lavori per abbattere i Magazzini Generali e il più piccolo Mercato Ittico. «Per il Silos Granai e per la Casa Portuale che siamo riusciti a integrare nel piano nonostante le difficoltà legate alla proprietà che era della Regione –spiega il vicesindaco Salvatore Mondello –, a fine mese potremmo pubblicare il bando per la progettazione esecutiva e l’esecuzione». I tempi per vedere concretamente la demolizione delle due strutture abbandonate da oltre 30 anni dovrebbero essere di sei mesi. «L’obiettivo che ci siamo dati – dice l’architetto Tripodo – è di chiudere la gara d’appalto entro Natale poi far partire i lavori a gennaio, per finirli a marzo o ad aprile».
Sul piatto ci sono 5,7 milioni di euro che arrivano dal Poc Metro e che sono più che sufficienti per poter radere al suolo e bonificare l’area. Ma serviranno anche per spostare e sostituire tecnologicamente due grosse cabine elettriche di trasformazione della linea del tram.
E se il tesoretto destinato all’I-Hub è di circa 60 milioni di euro (è stato eroso rispetto al progetto originario ideato dall’ex assessore Carlotta Previti e da Cateno De Luca per finanziare negli anni altre opere più “urgenti”), vuol dire che, alla luce delle spese già sostenute per la demolizione dell’anno scorso, restano circa 53 milioni per poter costruire il polo scientifico.

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