Secondo il Comitato “Invece del Ponte”, il Dl 89 del 2024, recentemente approvato dal Parlamento, viola la direttiva Ue sugli appalti pubblici. Secondo il Governo e la “Stretto di Messina”, la possibilità di prevedere l’approvazione del progetto definitivo «anche per fasi costruttive» è una delle opzioni più seguite in caso di realizzazione di grandi opere pubbliche in tutto il mondo. È stato presentato giovedì scorso, alla Commissione europea, l’esposto-denuncia di uno dei Comitati del fronte “No Ponte” contro quello che è stato definito il “decreto spezzatino”, cioè il “Dl Infrastrutture” che è stato votato favorevolmente da Camera e Senato ed è diventato legge. All’articolo 2 è stata inserita la norma che prevede la possibilità di approvare il progetto per la realizzazione del collegamento stabile, «anche per fasi costruttive», eliminando la previsione, che era stata inserita nel precedente decreto del maggio 2023, in merito all’approvazione del progetto entro lo scorso 31 luglio. «Questa suddivisione di fatto in lotti funzionali dell’esecuzione dell’opera viola l’art. 46 della Direttiva 2014 del 2024 dell’Unione europea, secondo cui tale frazionamento dell’appalto deve essere previsto e regolato nel bando di gara. Il bando per il Ponte, invece, escludeva espressamente ogni frazionamento dell’opera. Il Dl 89 del 2024, ben 20 anni dopo la pubblicazione del bando, altera le condizioni di gara, modificando significativamente l’assetto tecnico ed economico dell’appalto e di fatto escludendo a posteriori (ossia dopo l’aggiudicazione dell’appalto) possibili concorrenti che avrebbero potuto partecipare alla gara in ragione della prevista suddivisione in lotti. Il decreto, dunque, è in chiaro contrasto con la Direttiva Ue e coi principi di parità di trattamento, non discriminazione, mutuo riconoscimento, trasparenza e concorrenza». Il Governo aveva già risposto a queste obiezioni, proprio durante il dibattito nelle Commissioni e poi in Parlamento, affermando che la possibilità contemplata dal Dl non va contro le direttive europee, anche perché il “progetto Ponte” resta unitario e non “spezzettato”. A chiarirlo è stato anche l’amministratore delegato della “Stretto di Messina”, Pietro Ciucci, intervenendo più volte sull’argomento. «Il “Dl Infrastrutture”, convertito nella legge 120 del 2024 – ha ribadito ieri Ciucci – non prevede l’esecuzione per lotti funzionali. L’appalto è e resta unitario e, tenuto conto della complessità dell’opera, la sua esecuzione non potrà che avvenire gradualmente e per fasi, con riduzione dei tempi e dei costi. Nessun frazionamento, dunque, ma appalto unico come previsto dall’inizio, per ottimizzare la realizzazione dell’opera».