Sono storie come quella di “Mitsu”, una pelosa di quasi sette anni dallo sguardo irresistibile, arrivata al rifugio “Millemusi” che faceva quasi spavento. Era pelle e ossa, denutrita perché da anni soffriva la fame. Chi avrebbe dovuto occuparsi di lei, evidentemente non lo ha mai fatto. Anche “Circe”, una dogo argentina di due anni con lo stesso destino. È stata trovata denutrita, pochi giorni fa, purtroppo è sorda, ma dopo le prime cure prestate dai volontari della Lega nazionale per la difesa del cane, sezione di Messina, ha già preso qualche chilo e le sue condizioni sono migliorare. Per lei si sta pensando a un'adozione speciale.
Sembrano tutte uguali le storie degli amici a quattro zampe che hanno vissuto la sfortuna dell'abbandono, di quelli maltrattati e costretti a una vita randagia tra i pericoli e gli stenti. Quelli che non hanno la fortuna di essere cani domestici, coccolati e viziati, ma che invece lottano quotidianamente per la sopravvivenza. Magari lo sono stati anche felici ma improvvisamente la loro vita è cambiata .Ciascuna storia ha qualcosa di particolare che la differenzia e non la rende comune.
“Mitsu” quando è stata soccorsa e accolta nel canile di Castanea, sembrava gravemente malata . Si pensava alla leishmaniosi o a un malassorbimento del cibo a causa dell'eccessiva magrezza. Nulla di questo invece. La creatura stava letteralmente morendo di fame. Nessuno le dava da mangiare. Si stenta quasi a crederci. “Mitsu” ha sofferto anni di fame, solitudine e di catena. «Adesso – dicono I volontari del “Millemusi” – non cammina più come una marionetta. È molto buona e dolce con le persone e va d'accordo anche con i gatti. Aspetta solo che qualcuno possa renderla felice definitivamente offrendole l'amore di una famiglia e il calore di una casa». In meno di un mese si è ambientato completamente Lillo, adottato poche settimane fa da Giuseppe Pinizzotto, detto Pepè. Un cucciolo di neppure un anno raccolto in viale Giostra con diverse ferite. Dopo le cure prestate dagli operatori del “Millemusi”, il cane si è rimesso in forza ed è stato adottato. «Si è integrato subito – dice Giuseppe –, io ho altri due cani che si chiamano Bruno e Mimmo. In questi giorni c'è anche la piccola Bianca che è in vacanza e la stiamo ospitando. Ieri abbiamo festeggiato tutti insieme la Giornata internazionale del Cane. Si sono divertiti a correre, giocare, farsi i dispetti e rincorrere anche le lucertole. Per più di quindici anni ho avuto un solo amore. Si chiamava Basco, celebravamo ogni anno questa giornata. Da quasi un anno purtroppo non c'è più, ma in tutto questo tempo non c'è stato un giorno in cui non l'ho pensato o non mi è mancato. Qualcuno aveva tradito Lillo. Non si fidava più di nessuno ma adesso è di nuovo felice e i suoi occhi sono sereni. Non c'è un modo migliore per ricordare questa giornata e darle il giusto senso»
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