L’Area marina si conferma sempre più presidio fondamentale per la tutela dell’ambiente marino e terrestre. Non solo sorveglianza attiva, ma anche interventi a tutela della flora e della fauna grazie alla collaborazione con istituti specializzati.
L’ultimo in ordine di tempo riguarda l’Istituto Zooprofilattico di Sicilia “A. Mirri” con il quale è stato stipulato un protocollo che garantisce le cure immediate a tutti gli animali recuperati all’interno della riserva marina. Tanti gli esemplari recuperati e salvati. L’ultima, qualche giorno addietro, è stata una piccola tartaruga “Caretta Caretta”, trovata nelle limpide acque dell’Amp “Capo Milazzo” da alcuni diportisti che hanno collaborato insieme ai volontari della riserva a mettere in salvo l’animale, peraltro specie protetta. Un gioioso finale che però poteva decisamente avere un altro risvolto. Questo succede perché – come sottolineato dai responsabili dell’Area marina – ancora qualcuno oppone resistenza di fronte alle regole imposte dal rispetto dell’ambiente e quelle attinenti al rispetto dell’area marina protetta. Pochi gli irresponsabili a dire il vero, ma ancora abbastanza per mettere in pericolo specie tutelate e creare difficoltà nella gestione di quella che a buon titolo, è diventata un’area patrimonio naturale.
La tartaruga di circa 35 centimetri, ribattezzata Agostina, è stata ritrovata impigliata tra ami e lenze, impossibilitata a muoversi e dunque ad un passo dalla morte, per non riuscire più ad immergersi. Gli operatori dell’Amp l’hanno recuperata con il supporto della Guardia costiera di Milazzo e trasportata all’Istituto Zooprofilattico.
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