Messina

Mercoledì 04 Dicembre 2024

Emergenza sanità nel Messinese, ospedali in crisi in attesa degli interventi promessi

«Un atto di sabotaggio nei confronti dell’ospedale di Patti», afferma il sindaco Gianluca Bonsignore. Un «indegno atto di sensazionalismo e sciacallaggio mediatico», tuona il presidente del consiglio comunale, Giacomo Prinzi. Ieri mattina nell’aula consiliare di Palazzo dell’Aquila i sindaci del distretto sanitario D-30 sono intervenuti in massa per discutere di sanità con i vertici dell’Asp di Messina dopo i due episodi che hanno catapultato il “Barone Romeo” di Patti al centro di una bufera mediatica senza precedenti (l’arto steccato col cartone da imballaggio e la morte della turista milanese per blocco intestinale). Che esistano diverse criticità è sotto gli occhi di tutti, ma l’appellativo di “capanna africana” appioppato al nosocomio di via Mazzini durante il talk show di un’emittente televisiva nazionale è apparso davvero troppo. Insomma il coro è unanime: definire l’ospedale di Patti come il nuovo gioiello della sanità pubblica sarebbe scorretto, ma relegarlo al rango di struttura da terzo mondo è assolutamente ingeneroso. La verità, come sempre, sta nel mezzo e ha a che fare con problemi strutturali, quasi atavici, su cui la politica regionale e nazionale è chiamata a proporre soluzioni certe e definitive. È quanto chiedono con forza i sindaci del distretto sanitario, dai cui interventi emergono, nitidi, i disagi di intere comunità sprovviste di ambulanze medicalizzate o di guardie mediche (anche turistiche) davvero efficienti. Risultato? L’intasamento del Pronto soccorso, dove i pazienti vengono spesso dirottati in mancanza di alternative valide, creando un effetto imbuto e mettendo sotto pressione un personale medico già ridotto all’osso. Ne è convinto anche il direttore sanitario del “Barone Romeo”: «Il Pronto soccorso – sono le parole del dott. Giovanni Merlo - è il fulcro dell’ospedale, ma si trasforma spesso in un imbuto restringendo i tempi di osservazione. È sufficiente una 104 e il reparto si ingolfa. Lo scorso anno abbiamo anche tentato di far prestare servizio a medici provenienti da altre specializzazioni, ma abbiamo dovuto fare i conti con i sindacati». Problemi comuni a tanti ospedali siciliani, dove «i Pronto soccorso – spiega il dott. Paolo Cardia, direttore del Dipartimento Cure Ospedaliere dell’Asp - vengono spesso intasati a causa di carenze territoriali. Il mancato trattamento del paziente all’interno delle Guardie mediche si riflette negativamente sulle Unità operative di emergenza–urgenza, dove l’utenza dovrebbe accedere solo per casi clinici acuti e subacuti». Tutto ciò si ripercuoterebbe sugli operatori sanitari, costretti a lavorare in trincea per parecchie ore al giorno. E a preoccupare maggiormente è proprio la pianta organica, che i vertici dell’Asp sono impegnati a rimpinguare ormai da parecchi mesi: dall’1 di ottobre l’Asp dovrebbe poter contare su diversi medici extraeuropei. Inoltre alcuni concorsi sarebbero già in itinere, mentre dall’1 settembre dovrebbe essere completato l’organico infermieristico. Ma la situazione più complessa è proprio quella del Pronto soccorso, considerata «disciplina di difficile assunzione».

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