La denuncia di un consigliere, il sequestro del cantiere, i lavori sospesi, lo scontro tra il sindaco e il comandante della Polizia locale, l’imbarazzo dell’Asm. E adesso l’apertura.
Si chiude con il taglio del nastro inaugurale il caso dei bagni pubblici in piazza San Pancrazio a Taormina, esploso tre mesi fa dopo i sigilli apposti dalla Polizia locale per l’avvio delle opere in assenza dell’autorizzazione della Soprintendenza ai beni culturali e ambientali e la mancata nomina di un archeologo, visto che la struttura ricade nel sito archeologico delle terme bizantine.
Il sindaco Cateno De Luca e il presidente di Asm Giuseppe Campagna, assieme al rup dei lavori geom. Sebastiano Ravidà, amministratori comunali e rappresentanti della Municipalizzata, hanno aperto al pubblico i servizi igienici chiusi da decenni, totalmente ristrutturati per ricavare cinque bagni (2 uomo, 2 donna e uno per disabili con fasciatoio) con tornelli, telecamere, casse e ingressi automatizzati.
La seconda struttura del genere in città, dopo quella attivata in piazza IX aprile un anno fa, che rimarrà aperta dalle 9 alle 23.30, con ingresso al costo di 1 euro.
«Nuovi servizi igienici che tornano in funzione dopo mezzo secolo di attività - ha commentato Campagna - la denuncia ha causato una sospensione di oltre un mese, volevamo aprirli all’inizio dell’estate ma c’è voluto più del previsto anche per una burocrazia esagerata, nonostante si tratti di un intervento di esclusiva finalità pubblica senza scopi di lucro. Ma è stato necessario incaricare quattro professionisti (un geometra, un ingegnere, un architetto e un archeologo) oltre la progettazione e ottenere sei autorizzazioni da Soprintendenza, Asp e Comune. Un iter caratterizzato da sei note, 18 mail di posta elettronica certificata, 20 mail di posta elettronica semplice e 11 passaggi sul portale della Soprintendenza: tutto ciò per un bagno per il quale all’inizio ci hanno pure denunciato, ma se non si mettono gli atti nell’ordine giusto si è passibili di denuncia, L’impresa all’interno non ha potuto svolgere subito tutte le lavorazioni fin quando non sono arrivate le autorizzazioni».
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