Messina: è il giorno della Vara, una città in strada. Ritorno alle radici e sguardo al futuro. La diretta su Rtp dalle 17.30
Eccoci di nuovo qui. «Ma, in definitiva, cos’è la Vara per voi messinesi?». È un signore distinto, avvocato milanese, arrivato in riva allo Stretto per assistere alla processione dell’Assunta. «Dicono sia straordinaria, voglio vederla, ma non è lo stesso discorso che vale per il Festino di Santa Rosalia o per Sant’Agata a Catania?». Non è facile dare risposte. Cos’è la Vara, per noi messinesi? È il filo d’Arianna, che si snoda nel labirinto della Storia e che ci consente, ogni volta, di trovare la via, di sbrogliare la matassa, di arrivare alla fine del tunnel. I termini sono abusati, lo sappiamo, festa dipopolo, misto di fede e tradizione, di sacro e profano, di cristianesimo mariano e di rito pagano. Ognuno la vede come vuole. Noi sappiamo soltanto una cosa: senza la Vara non c’è Messina, senza i messinesi non c’è la Vara. È un connubio più forte di ogni distruzione – gli accidenti della Storia, che colpiscono più o meno tutte le genti, tutte le città, qualche colpo mancino l’hanno inferto a questa terra –, più forte di ogni strumentalizzazione o fraintendimento, più forte di ogni “inquinamento”. Per chi crede, il simbolo di Maria Assunta in Cielo ha una forza tale da smuovere le montagne, perché la vera fede è capace di farlo. Per chi non crede, la Vara è l’identità stessa di questo popolo, con tutti i suoi limiti, le sue magagne e la poesia e bellezza coltivate sulle rive dello Stretto. Oggi, dunque, torneremo a emozionarci, come la prima volta, come la prima Vara. Ore 18,30: piazza Castronovo. Si ripete l’appuntamento con la nostra Storia. E quel “Viva Maria” non è l’espressione di qualche superstizione, è l’inno del popolo messinese, è il mantra che scandisce il percorso. Un cammino che non finisce nella piazza della Cattedrale, un cammino che va oltre la “girata” di via Primo Settembre, un cammino che ci riporta alle origini, che ci risveglia, che ci sostenta e che ci indica nuove rotte. Sono tanti i momenti racchiusi in questa giornata di stupore e di passione. Il tempo di un saluto al Sole che sorge, e alle 7 del mattino si montano le gomene, come si fa solitamente quando si va per mare. E, d’altra parte, la metafora della navigazione è la più adatta, perché la Vara più che un carro, è un Vascello miracoloso, reca dentro di sé i misteri e segreti di tutta la nostra avventura terrena.