Sarà l’autopsia a chiarire tutti i dubbi sulla morte delle due donne trovate senza vita nella loro abitazione all’Annunziata. I corpi di Piera Billè, 62 anni e della madre Tommasina Esposito, 89 anni, erano nella camera da letto dell’appartamento al complesso Garden House, un complesso residenziale di via del Fante. Erano distese sul letto una accanto all’altra. Sulla vicenda i sostituto procuratore Andrea Adornato ha aperto un’inchiesta disponendo il sequestro delle salme e dell’appartamento.
Si procederà con l’autopsia che sarà eseguita dal medico legale Daniela Sapienza. Il conferimento dell’incarico è previsto per domani. Nella stessa giornata si dovrebbe svolgere l’esame autoptico all’ospedale Papardo dove le due salme sono state trasferite. Solo dall’autopsia, infatti, sarà possibile chiarire sia l’epoca che le cause che hanno provocato il decesso delle due donne.
Il giorno dopo la drammatica scoperta dei cadaveri di madre e figlia nella palazzina del complesso Garden House di via del Fante c’è ancora incredulità e dolore. Tra i pochi vicini di casa rimasti in città anche in pieno agosto, c’è poca voglia di parlare. Tanto sgomento anche tra i commercianti della zona che spesso vedevano le due donne uscire sempre insieme per fare compere. I giri che facevano erano sempre gli stessi, la salumeria, il supermercato, il fruttivendolo.
«Le conoscevo di vista- dice un’anziana vicina di casa- quando ci incontravamo ci salutavamo. Vedevo che la madre ogni tanto usciva con la figlia ma non uscivano mai tranne per la spesa o forse per andare dal medico» . «Non si vedevano spesso in giro, erano persone che stavano molto in casa» dice un altro vicino. «Qualche volta ci ho parlato ma erano persone molto riservate- prosegue - non le vedevo da circa una settimana anche perché non uscivano molto spesso, poi ho sentito il cattivo odore che aveva invaso le scale del palazzo cosi ho avvertito il rappresentate del condominio che poi ha lanciato l’allarme». Madre e figlia erano conosciute anche dai commercianti del viale Annunziata dove si recavano a fare la spesa. Tutti confermano che erano persone molto riservate e che uscivano poco. «Mi dispiace tantissimo, le conoscevo perché erano mie clienti, le ricordo come persone educate e perbene. Venivano spesso nel mio negozio per prendere il pane e fare la spesa» racconta Maurizio Nucita, commerciante del viale Annunziata. «Avevo visto la figlia venerdì scorso- aggiunge - l’avevo soccorsa perché era scivolata per un avvallamento nel marciapiede vicino al mio negozio. Mi aveva detto che la madre non stava tanto bene».
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