Messina

Lunedì 25 Novembre 2024

Rifiuti e ordinanza sindacale, controlli notturni nel centro storico di Taormina

Pochi contenitori e sacchetti sul corso Umberto I, qualcuno in più nelle vie e nei vicoli adiacenti, ma tutto sommato le regole vengono rispettate. È quanto emerso nel corso di uno scenografico blitz condotto per le vie di Taormina dal sindaco Cateno De Luca per verificare l’osservanza della sua ordinanza che dall’1 agosto impone alle utenze domestiche e non domestiche, ricadenti nell’asse commerciale tra Porta Catania e Porta Messina, di conferire i rifiuti differenziati porta a porta dall’1.30 alle 5. Il primo cittadino, accompagnato dagli assessori Giuseppe Sterrantino e Jonathan Sferra, dal consigliere Antonio Gullotta, dal presidente di Asm Giuseppe Campagna con il componente del Cda Pietro Picciolo, assieme a Polizia locale e guardie giurate, ha iniziato il suo giro a mezzanotte, percorrendo il corso della città della Centauro e alcune strade limitrofe per controllare se le disposizioni siano rispettate. Un primo “avviso ai naviganti” che ha portato a scoprire come in una ventina di casi sono stati trovati sacchetti abbandonati ai margini del corso e nei vicoli oppure buste e bidoni carrellati esposti davanti abitazioni ed attività commerciali prima dell’orario, con qualche cumulo simile più ad una minidiscarica che ad un’esposizione di rifiuti. Gli agenti hanno rilevato le infrazioni per contestare la violazione dell’ordinanza sindacale, mentre gli amministratori, in particolare l’assessore Sterrantino, hanno mescolato nei sacchetti a caccia di tracce e indizi che potessero far risalire al titolare di rifiuti, come nominativi e indirizzi: in qualche caso un esercizio di un marchio dell’alta moda, mentre una guardia giurata ha pure suonato al citofono di un’abitazione. Dal balcone di un immobile di via Teatro Greco un taorminese ha fatto presente di essere un malato oncologico e di non riuscire ad esporre i rifiuti tutte le notti nell’orario previsto, ma De Luca ha risposto che l’ordinanza è chiara, dicendosi rammarico ma di non poter accettare scuse.

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