Interventi mirati in quei punti – condomini, parti alte di alcune vie, isolati – individuati, in questa settimana, come maggiormente vulnerabili anche con l’erogazione idrica teoricamente “massima”. E un maggior numero di autobotti (dalle 9 di lunedì scorso alle 14 di martedì prossimo) per una capacità di risposta più capillare e tempestiva. Queste sono le due armi più “immediate” di cui Comune e Amam disporranno per la terapia d’urto contro la crisi idrica, a conclusione della prima settimana di erogazione alternata tra zone A e B. Ma si guarda oltre, sia perché è evidente come questi siano interventi tampone e di carattere emergenziale, sia perché a settembre, quando in città tornerà chi oggi si trova nelle case di villeggiatura e uffici e scuole riprenderanno a pieno regime, il fabbisogno idrico del territorio sarà maggiore. Ed è qui che entra in gioco il parco progetti di Comune e Amam, al quale si è fatto riferimento anche nella conferenza stampa “in esterna” di giovedì scorso dei sindaci di Messina e Taormina, Federico Basile e Cateno De Luca. Il fronte degli interventi strutturali, infatti, si può dividere in lavori a breve, medio e lungo termine. Oltre a quelli che, essendo in attesa di finanziamento (i famosi 60 milioni che secondo Basile e De Luca sarebbero necessari ma, ad oggi, non ci sono), hanno una tempistica attualmente indeterminata. Le mosse più urgenti e dalle quali ci si attende i benefici più immediati riguardano i pozzi. E cioè quelle fonti di potenziale approvvigionamento idrico che esistono nel territorio comunale e che sono indipendenti dagli acquedotti “esterni” e le relative condotte. Il pozzo di Briga, pur essendosi rivelato meno “performante” delle attese (oggi la sua portata si è ridotta di circa la metà rispetto ai test che erano stati effettuati a novembre, proprio a causa della siccità), sarà comunque messo in funzione, probabilmente la settimana prossima, perché ogni contributo d’acqua, anche minimo, in questo momento ha la sua importanza. Si è già detto, nei giorni scorsi, del pozzo Trimarchi, in zona Papardo, e del pozzo Marullo, che si immette nel Gonzaga-Tremonti, ormai parte integrante della rete. E altri pozzi privati (ad Altolia, Mili e Giampilieri) hanno già dato riscontri positivi ai testi sulla potabilità dell’acqua: sono in corso le pratiche burocratiche al Genio civile, rispetto alle quali il Comune ha chiesto di accelerare.