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Ponte sullo Stretto, Ciucci: «Continua il dialogo con il territorio»

“Faccia a faccia” con l’ad della società “Stretto di Messina”, impegnata nel completamento del dossier sulle osservazioni della Commissione Via-Vas per la realizzazione del ponte

Pietro Ciucci

Pietro Ciucci, l’ad della “Stretto di Messina”, è a Roma. Sono giorni dedicati al completamento della documentazione per il 12 settembre, data fatidica della consegna del dossier sulle osservazioni della Commissione Via-Vas. «Una cosa voglio dire preliminarmente, e cioé che la società Stretto di Messina ha sempre al primo posto il dialogo costante con il territorio, sempre e comunque, anche con chi è contrario al ponte».

A volte lei afferma che, quando si parla di Ponte, alcune persone parlino con troppa leggerezza. Possibile che non ci sia nulla di vero in ciò che dice chi è contrario all’opera?
Si continuano purtroppo a ripetere le solite dichiarazioni prive di fondamento tecnico-scientifico, mirate a creare confusione e ingenerare dubbi inesistenti. Si contesta un’opera, fattibile da vent’anni, il cui progetto è stato redatto dai migliori esperti al mondo per quanto riguarda i ponti sospesi e le grandissime infrastrutture: ogni possibile aspetto è stato affrontato, studiato e risolto. È stata presa ogni possibile accortezza al fine di ridurre al massimo, l’obiettivo è di azzerarli, i disagi durante i lavori, incluso il fabbisogno di acqua.

Il tema dell’acqua è, soprattutto in questi giorni, estremamente delicato. Come pensate di affrontare il problema dell’approvvigionamento dell’acqua necessaria ai cantieri?

Per quanto riguarda l’approvvigionamento idrico i cantieri saranno del tutto autosufficienti, senza gravare in alcun modo sulle risorse a disposizione della cittadinanza. “Stretto di Messina”, con il contraente generale, ha studiato diversi sistemi di approvvigionamento: realizzazione di pozzi, dissalatori, riuso di acque industriali. La soluzione adottata sarà ovviamente concordata con le autorità e consentirà non solo di coprire efficacemente il fabbisogno dei cantieri, ma anche di garantire un surplus idrico a beneficio della collettività. Le opere realizzate, a fine lavori, saranno patrimonio del territorio”.

Questa settimana, il Senato ha convertito in legge il dl 89, il cosiddetto “Decreto Infrastrutture”. Vogliamo chiarire in dettaglio le modifiche legislative apportate all'intera procedura per la realizzazione dell’opera? La possibilità di realizzare il progetto esecutivo “per fasi costruttive” ha destato qualche perplessità e si è parlato di “ponte-spezzatino”.

Occorre innanzitutto precisare, ancora una volta, che il ponte sospeso e i suoi elementi, torri e blocchi di ancoraggio saranno parte di un unico progetto. La progettazione esecutiva ha lo scopo di affinare dettagli costruttivi e realizzativi e non riguarda la fattibilità tecnica dell’opera. La progettazione esecutiva per fasi costruttive è in linea con le best practice internazionali e ha l’obiettivo di ottimizzare la costruzione, contenendo tempi e costi, perché consente di iniziare in anticipo la costruzione, tra l’altro, dei 40 km di collegamenti stradali e ferroviari che definiscono il tempo complessivo dei lavori.  In particolare, sul versante siciliano verranno realizzati oltre 10 km di asse autostradale, parte dei quali utilizzabili prima della ultimazione dei lavori del ponte sospeso come nuova tangenziale urbana, permettendo di decongestionare il traffico sull’attuale Panoramica nel tratto più congestionato (dalla galleria Bosurgi a viale Annunziata). Su questo nuovo asse, ad esempio, l’opera che richiede i maggiori tempi (oltre 6 anni) è la Galleria Faro Superiore della lunghezza di quasi 3400 metri.

Il dl Infrastrutture introduce novità anche sul fronte degli espropri, che è un tema delicatissimo...
Le norme introdotte, come auspicato dalla società, semplificano le procedure e riconoscono maggiori indennità a coloro che cederanno volontariamente gli immobili, in particolare per le abitazioni adibite a prima casa.

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