Parlare di bilancio positivo sarebbe improprio, viste le tante segnalazioni che continuano ad arrivare da più parti (l’ultima, ieri sera in redazione, da Rione Ogliastri, zona A, quasi a secco). Ma se non si stesse parlando d’acqua, si potrebbe dire che il sindaco Federico Basile, a chiusura della prima settimana del piano di razionamento per zone, vede il bicchiere mezzo pieno. Soprattutto guardando agli “aggiustamenti” previsti per la prossima settimana.
«Credo di poter dire che abbiamo trovato il sistema per migliorare l'assistenza alla popolazione – esordisce Basile, che anche ieri ha fatto tappa al Coc, presidiato dall’assessore alla Protezione civile, Massimiliano Minutoli –. Abbiamo chiuso i primi due turni di alternanza tra zone A e B e le chiamate per richieste di autobotti si sono attestate intorno ad una media di 200 al giorno. Non è un numero facile da gestire, ma non è nemmeno un numero enorme rispetto alla fase di crisi storica che sta vivendo l’intera Sicilia. È giusto, infatti, contestualizzare la nostra situazione rispetto ad una grave situazione generale che il nostro territorio sta vivendo».
Per Basile si possono rilevare almeno due risultati ottenuti con l’attivazione di questo piano: «Aver circoscritto e diviso queste zone, A e B, che voglio ricordare corrispondono alle due linee della rete idrica che partono dal serbatoio Gonzaga e che rappresentano i punti più critici, ci ha consentito di avere un numero costante e più facilmente controllabile di chiamate e quindi di aiuti». In soldoni, un conto era gestire 350 chiamate provenienti da una fascia che va da viale Italia a piazza San Vincenzo, ad esempio, un conto è gestirne quasi la metà.
Secondo risultato: «Abbiamo individuato le zone che continuano a soffrire nonostante l’alternanza e che richiedono un intervento specifico, sul quale stiamo lavorando». Qualche esempio: «La parte alta della via Quod Quaeris, di cui vi siete occupati come giornale; alcuni singoli condomini lungo l’asse che comprende viale Italia, via Principe Umberto, via Noviziato Casazza, via Acqua del Conte. Ci sono “anelli” delle zone A e B che hanno sofferenze costanti, che stiamo approfondendo. Poi ci sono situazioni, come ad esempio via Lanzetta, in cui l’acqua arriva, ma arriva per sole due ore».
E poi ci sono aree della città maledette, fuori dalla suddivisione stabilita col piano in vigore, e che soffrono da sempre, come villaggio Aldisio o il quartiere Lombardo: «Sono zone in cui c’è un problema atavico, che si acuisce in un periodo come questo. Questo non vuol dire che se ci chiamano dal quartiere Lombardo non andiamo. ovviamente», risponde il sindaco, che fa il punto anche sulla dotazione di autobotti. «Oggi (ieri per chi legge, ndc) sono arrivati i primi due mezzi nuovi acquistati dal Comune, che insieme a quello acquistato da Messinaservizi e agli altri due che arriveranno lunedì ci porteranno a 14 mezzi. Considerato che tendenzialmente il sabato e la domenica le chiamate dovrebbero diminuire e che da lunedì avremo almeno due dei nuovi mezzi in più già operativi, se dovesse rimanere invariato il numero delle chiamate o addirittura diminuire il numero di chiamate, la capacità di soccorso alla popolazione dovrebbe migliorare». In numeri: «Oggi la media è del 50% di richieste evase, rispetto al 30-40% precedente, l’obiettivo è arrivare la prossima settimana all’80%. Lunedì scorso eravamo con 9 autobotti, tra lunedì e martedì saremo con 14. Questo significa che il modello che stiamo attuando è dinamico ed in continua evoluzione». È confermato che per la Vara, giornata critica, arriveranno aiuti da altri comuni, «almeno 3-4 autobotti in più». Altro punto: «Abbiamo incontrato le associazioni di categoria, per fare una mappatura delle attività commerciali che ci chiedono supporto e stiamo cercando di organizzare servizi specifici tra gli esercizi che lavorano di giorno e i locali notturni, ad esempio. Stesso discorso con i condomini».
Ma per Basile è inevitabile ricordare qual è il quadro sullo sfondo: «La situazione rimane critica. Siamo arrivati a questa soluzione perché, dopo un primo monitoraggio di dieci giorni, bisognava sterzare e abbiamo attuato questo piano, che essendo emergenziale è ovviamente perfettibile. Quando la città tornerà a regime, a fine agosto, bisognerà ragionare in maniera diversa. Ma il problema di base è sempre lo stesso: per via della siccità, a Messina arriva il 25% d’acqua in meno».
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