Il piano dell’acqua razionata – fa già impressione a scriverlo – arriva al quarto giorno. Il terzo si è chiuso con un bilancio che dal Coc, presidiato costantemente dall’assessore alla Protezione civile Massimiliano Minutoli, viene definito incoraggiante, anche rispetto a quanto avvenuto nei primi due giorni. Il Comune sta testando sul campo, senza un precedente con cui confrontarsi, un piano emergenziale che, in quanto tale, presenta dei limiti da rivedere in tempo reale. Il problema è che mentre si cerca di individuare gli accorgimenti necessari, con i tempi che la logistica richiede, continuano a piovere (verbo beffardo, ma efficace) segnalazioni di gente che non vede un goccio d’acqua da giorni. Con tutto ciò che ne consegue. E se poi a questo quadro critico si aggiungono anche i soliti “furbetti”, la situazione non può che complicarsi.
«Le richieste di autobotti sono state circa 190, trequarti delle quali già evase – è il punto delle 19 di ieri dell’assessore Minutoli –. Alcune segnalazioni però erano duplicate, ci sono stati casi di richieste giunte nelle ore pomeridiane per appartamenti in cui l'erogazione era già stata effettuata in mattinata. Ma capita che una richiesta venga fatta da un residente e l’altra venga fatta da un altro residente, magari indicando due ingressi diversi alla stessa abitazione. Consigliamo di fare le proprie richieste una volta soltanto, per non appesantire il sistema gestionale. Comunque è andata molto meglio rispetto al primo giorno, anche se ci sono zone in cui stiamo approfondendo che tipi di problemi ci siano, facendo delle verifiche insieme ad Amam, per perfezionare gli interventi».
Lo stesso Minutoli, ieri mattina, è intervenuto in sesta commissione consiliare per rispondere alle sollecitazioni dei consiglieri comunali e tracciare un primo quadro di una situazione che, giocoforza, è in continua evoluzione. Minutoli ha ribadito che «entro fine settimana arriveremo ad avere 14 autobotti, più i moduli del volontariato. In queste giornate non sono mancate le criticità, tra avarie dei mezzi o necessità di manutenzioni, ma adesso abbiamo anche più autisti». Ogni segnalazione che arriva al Coc, è stato spiegato, viene subito protocollata e vengono fatte due copie, una destinata all’unità che autorizza gli interventi e una per l’archiviazione, utile ad una fase importante quale è quella del monitoraggio.
Diverse le richieste di chiarimenti da parte dei consiglieri comunali (Cettina Buonocuore, Giuseppe Villari, Alessandro Russo, Giandomenico La Fauci, Giuseppe Schepis, Cosimo Oteri, Antonella Russo e Felice Calabrò), soprattutto sui criteri in base ai quali vengono stabilite le priorità, ma anche sulle mancanze di risposte, su casi di richieste accolte senza, poi, un intervento consequenziale. Avvengono poi situazioni tragicomiche: litri d’acqua sversati sulla strada durante un intervento per una falla aperta nella “manichetta” di un serbatoio.
«Le segnalazioni per abitazioni in cui vivono persone con disabilità hanno priorità – ha risposto Minutoli –, ma dobbiamo avere a che fare anche con dati non veritieri». Già, perché i furbetti non mancano mai, anche in situazioni del genere. Colpisce un dato fornito ieri da Minutoli, relativo al primo giorno di zone alternate: «Su 212 richieste, 106 per disabili. La metà esatta. In realtà abbiamo poi verificato che i disabili reali erano molti di meno. Ma sono verifiche complesse, che non aiutano». Ci sono anche casi in cui «si arriva sul posto e ci sono i serbatoi pieni».
Non è semplice far fronte a tutte le esigenze: «Ci sono condomini che hanno 30 mila litri di serbatoio – ha aggiunto Minutoli –, vengono riforniti e il giorno dopo rifanno la richiesta, ma non sono né in zona A né in zona B. Impossibile dare risposte immediate, dovremmo avere un mezzo per ognuno dei 400-500 isolati della città. Autobotti e serbatoi hanno loro tempi, a volte servono anche delle ore per riempire, scaricare, ricaricare». Il monitoraggio diventa fondamentale: «Non sfugge nulla, abbiamo un sistema informatizzato, possiamo così avere una mappatura delle zone che più frequentemente chiedono la fornitura, per capire se c’è un problema diverso dall’erogazione ridotta, magari sulla rete». Le richieste, ha detto Minutoli, sono in diminuzione: «Siamo passati dall’1,3-1,4% della popolazione allo 0,90-0,98». Nella giornata di martedì le chiamate erano state 219 chiamate, delle quali 161 “smistate” e 109 esitate. «Voglio chiarire anche la vicenda di una casa di riposo, denunciata sulla stampa: abbiamo verificato e 5 richieste su 5 sono state evase, e in una di queste i serbatoi erano pieni».
Minutoli è stato però franco: «In questo momento pensare di arrivare al “problema zero” è utopia, non dobbiamo prenderci in giro. Paghiamo lo scotto di una rete idrica vetusta, con una mappatura difficilmente reperibile, a volte è un problema persino rintracciare i chiusini di manovra. Via Quod Quaeris è una di queste situazioni limite. Su questo argomento ci vuole buon senso e onestà intellettuale, anche nelle richieste di intervento dei consiglieri, che per me sono garanzia di attendibilità. Senza un ritorno alla normalità delle forniture idriche, però, il problema sarà sempre peggiore».
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