Sequestro, a carico di ignoti, di oltre quaranta rami di palma (c.d. “cannizzi”) e accessori vari. A procedere la Capitaneria di porto di Messina, a bordo del battello veloce CP 734, nell’ambito dell’attività di polizia marittima e controllo della costa e precisamente lungo il litorale che va da Capo Alì sino alle acque antistanti il comune di Messina.
In gergo tecnico si parla di FAD, strumenti di aggregazione dei pesci, che poi vengono fissati al fondale tramite corpi morti e tenuti a galla da materiale plastico. Tali strumenti, non segnalati, costituiscono un ostacolo in mare e quindi un serio pericolo per la sicurezza della navigazione potendo incattivirsi nell’elica delle imbarcazioni e pertanto creare potenziali sinistri e/o eventi dannosi. E’ una pratica inoltre che impatta negativamente sullo sforzo di pesca in quanto vengono utilizzati strumenti non consentiti che aggregando piccoli pelagici e ne sfruttano eccessive quantità. Inoltre tali strumenti con i relativi accessori in plastica sono trasportati dalle correnti e concorrono purtroppo all’inquinamento marino.
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