C’è voluto parecchio per completare il quadro di una vicenda molto delicata e complessa, che venne tristemente a galla tra il dicembre dell’anno passato e il gennaio scorso. Ma adesso è chiusa l’inchiesta a carico del professore 36enne Giulio Chiofalo, che insegnava presso l’Istituto superiore “A. M. Jaci”, arrestato dai carabinieri della Pg della Procura per gli incontri sessuali con alcuni studenti. È siglato dal sostituto procuratore Roberto Conte l’avviso di conclusione delle indagini preliminari. L’indagine prese il via ad ottobre del 2023, dopo la denuncia della madre di uno studente di 17 anni, che si era accorta di qualcosa di strano nel comportamento del figlio, e soprattutto della sua improvvisa disponibilità economica e dei parecchi regali ricevuti. Dalle indagini condotte dai carabinieri della Pg emerse che sin dal 2022 avrebbe commesso atti sessuali con il giovane in cambio di denaro e regali. Furono anche effettuate una serie di acquisizioni, tra telefonini e computer, per cercare di ricostruire la “catena” di rapporti sui social e sui cellulari che avrebbe legato per un periodo il docente con i ragazzi, con lo scambio di messaggi che precedevano o seguivano gli incontri a sfondo sessuale. In particolare, il docente avrebbe inizialmente richiesto al ragazzo delle foto e dei video che lo ritraevano e, successivamente, lo avrebbe indotto a subire atti sessuali, dietro il corrispettivo anche di costosi regali, tra cui due scooter, due telefoni cellulari e una playstation. Per tre mesi interi i carabinieri della Sezione di Pg e il pm Roberto Conte, e poi anche la Procura dei minori, furono impegnati quasi ogni giorno a sentire diversi alunni. E fu come una ragnatela di molestie e rapporti sessuali che piano piano si allargò a dismisura, fino a ricomprendere altre vittime e altre scuole, dove il professore aveva insegnato prima dello “Jaci”, in particolare al liceo scientifico Archimede. E di adescamenti continui perfino con l’utilizzo da parte del 36enne di un profilo fake di una donna su Instagram, per attirare i ragazzi. Adesso, nell’atto conclusivo d’indagine, sono tre le vittime delle sue attenzioni, due sono minorenni, e nei capi d’imputazione si parla di «rapporti orali» e «palpeggiamenti».