Ponte sullo Stretto e acqua: Webuild conferma la disponibilità a finanziare alcune opere strategiche per Messina
«Faremo pozzi e dissalatori, che resteranno poi ai territori». Nemmeno un mese fa, l’amministratore delegato della società “Stretto”, Pietro Ciucci, ha risposto così alla questione dell’utilizzo di acqua per i cantieri del Ponte. E il 19 luglio Webuild, tramite lo studio Altieri, ha trasmesso una lettera all’Assemblea territoriale idrica di Messina con il seguente oggetto: “Riscontro alla prescrizione n° 50 della procedura Via/Vas relativa al progetto definitivo del Ponte sullo Stretto di Messina relativa all’approvvigionamento idrico per le attività di cantiere. Richiesta dati e documentazione tecnica relativamente al Piano d’ambito”. Da allora, ha quindi preso il via un’interlocuzione a partire dallo «studio sulle possibili modalità e alternative per l’approvvigionamento idrico dei cantieri necessari per la realizzazione delle opere» del collegamento stabile tra la Sicilia e la Calabria. «Nell’ottica di acquisire il complesso di informazioni riguardanti le infrastrutture idrauliche esistenti e loro potenzialità al servizio del sistema acquedottistico messinese, nonché della programmazione infrastrutturale del Piano d’ambito dell’Ati Messina, si chiede all’Ati la seguente documentazione tecnica: Piano d’ambito e relativi allegati; Vas Piano d’ambito e relativi pareri ambientali». Il dialogo tra le parti, che interessa anche la società Amam, è pertanto in itinere e verte sugli interventi ritenuti prioritari per la città di Messina e su quelli di medio-lungo periodo. Sostanzialmente, Webuild si è offerta di finanziarne almeno un paio e si va verso la costituzione di un gruppo di lavoro che abbia come punto focale la riorganizzazione della ricerca di nuove fonti di approvvigionamento e la modifica, con opportune integrazioni, del Piano d’ambito già confezionato dall’Ati Messina. A proposito delle azioni ritenute più urgenti in città, la tabella di valutazione degli interventi urgenti legati all’emergenza idrica che da mesi non dà tregua, nel range temporale 0-60 giorni, prevede: la riabilitazione di sei pozzi nella zona nord, tempo di attuazione 15 giorni, portata aggiuntiva di 28,60 litri al secondo, per una popolazione di 73.172 abitanti e un importo lavori di 117.760 euro; riabilitazione di tre pozzi nella zona centro, da portare a termine in 15 giorni, portata aggiuntiva di 14 litri al secondo, a beneficio di 95.650 abitanti, costo stimato in 70.963,20 euro; riabilitazione di quattro pozzi nella zona sud (15 giorni), portata aggiuntiva di 25,15 litri al secondo, per una popolazione di 50.983 abitanti, costo di 155.760 euro; riutilizzo delle acque reflue dei depuratori cittadini, 20 giorni, 90mila euro; razionalizzazione e ottimizzazione del complesso di emungimento “Bufardo Torrerossa”, 120 giorni, 1.421.013 euro; revamping dell’impianto di sollevamento “Bufardo” per un’ottimizzazione del bilancio di fornitura ai fini idropotabili, 60 giorni, 515.067,70 euro; acquisto di due dissalatori portatili, 45 giorni, 580mila euro. Il Piano d’ambito, invece, elenca macro-opere infrastrutturali strategiche da realizzare in un arco temporale molto più esteso. A proposito di quelle relative al territorio comunale, spicca il collegamento esterno tra i serbatoi Montesanto-Tremonti-Torre Faro. Riguarda una utenza di circa 285.000 abitanti, con un recupero di perdite idriche di 0,5 mm3/anno, garantendo una migliore distribuzione delle risorse idriche, anche nell’ottica della riduzione della vulnerabilità del sistema. Il costo stimato è di 12,6 milioni di euro, dei quali risultano già finanziati per la progettazione 800.000 euro con i fondi del Piano operativo ambiente del Fondo per lo sviluppo e la coesione 2014-2020.