Il documento è di quattro pagine. Ed è firmato dall’amministratore delegato di Siciliacque Spa, Giuseppe Pio Alesso, dal delegato del Comune di Taormina, Vincenzo Barbagallo, e dalla presidente di Amam Spa, Loredana Bonasera. È una scrittura privata datata 25 marzo 2023 ed è il documento – che la Gazzetta ha potuto visionare – di cui la politica parla da giorni, alzando l’asticella dello scontro con l’amministrazione Basile (ed il leader di Sud chiama Nord, Cateno De Luca) toccandola nel punto più vulnerabile: la crisi idrica. È la convenzione che regola il “soccorso” al Comune di Taormina che vede protagonista Amam e che tante polemiche ha suscitato, sia un anno fa che in questi giorni di emergenza.
Ma cosa c’è scritto, effettivamente, in quel documento. Dalla premessa emerge come tutto nasca da una richiesta d’aiuto arrivata da Taormina nel dicembre 2023: l’esigenza di aumentare la dotazione idrica in vista dell’estate per «l’elevatissimo fabbisogno da parte del comparto turistico-ricettivo». E qui nasce il problema: Siciliacque rifornisce il Comune di Taormina tramite l’acquedotto Alcanara al punto di consegna di contrada Cuculunazzo, sistema che, però, «tecnicamente non consente un incremento della fornitura idrica che soddisfi le esigenze del Comune».
Per questo arriva in soccorso l’Amam, dopo diversi incontri tra Siciliacque, Comune di Taormina, la stessa Amam e l’Assemblea territoriale idrica di Messina. La convenzione “triangolare” si compone di tredici articoli, i più importanti dei quali sono il secondo e il terzo.
In particolare vengono elencati gli obblighi di Siciliacque e di Amam. Siciliacque «si obbliga a prestare a favore del Comune (di Taormina, ndc) una fornitura idrica all’ingrosso , integrativa ed aggiuntiva (...), pari a 60 litri al secondo presso il punto di consegna di Furci Siculo». Il punto di consegna di Furci Siculo è collegato al by-pass Alcantara-Furci ed è il punto in cui Siciliacque immette l’acqua nell’acquedotto di Amam, cioè il Fiumefreddo. Ad Amam, a quel punto, resta solo l’obbligo di «veicolare la risorsa idrica consegnata da Siciliacque al punto di consegna (di Furci) sino al punto sito in località Galleria Sirina del territorio del comune di Taormina». È il cosiddetto punto di consegna vettoriamento: Amam fornice il mezzo di trasporto – il proprio acquedotto – per far giungere a Taormina la dose aggiuntiva di acqua proveniente dall’Alcantara che Siciliacque, per ragioni tecniche, non è in grado di fornire in maniera diretta.
Peraltro oggi, a quasi un anno e mezzo dalla firma di quella convenzione, il punto di consegna Siciliacque-Amam non è più a Furci Siculo ma, per semplici motivi di praticità logistica, a Gazzi, nell’area ex case Gescal. Nei due punti – quello di consegna e quello di vettoriamento – sono installati dei misuratori perché, come previsto dall’articolo 3 della convenzione, Siciliacque, Comune di Taormina e Amam «si obbligano a effettuare, trimestralmente e in contraddittorio, le letture» per «determinare il volume, inteso come quantità di risorsa idrica, di competenza di ciascuna parte».
Ogni eventuale discrasia tra i volumi idrici misurati prevede delle conseguenze: se, ad esempio, al punto di consegna Siciliacque-Amam risultasse una consegna di acqua superiore del 2% rispetto a quella che dovesse risultare dalla lettura al punto di vettoriamento Amam-Taormina, la relativa differenza verrebbe fatturata da Siciliacque ad Amam. E viceversa, se invece dovesse risultare inferiore del 2%, la differenza verrebbe sottratta dalle fatture di Siciliacque ad Amam.
Altro punto importante, l’articolo 6 della convenzione, secondo cui «Siciliaque riconosce ad Amam per il vettoriamento della risorsa idrica a favore del Comune un importo applicato a metro cubo pari al 10% della tariffa all’ingrosso tempo per tempo» (la tariffa è di circa 70 centesimi al metro cubo). In sostanza Amam viene pagata per questo “servizio di trasporto”, con regolari fatture presentate ogni tre mesi.
In realtà, secondo quanto si apprende da fonti di Palazzo Zanca, non si è mai arrivati ai 60 litri al secondo di cui si parla nel documento: in media il “triangolo” Siciliacque-Amam-Comune di Taormina gestisce un flusso di 18 litri al secondo, che in questi giorni si è ridotto a 15-16, con una lieve differenza che quasi sempre “premia” Amam, con 1-2 litri al secondo in più rispetto a quando poi dirottato verso Taormina la punto di vettoriamento.
In ogni caso, viene ancora specificato nella scrittura privata, «la fornitura idrica integrativa prestata a favore del Comune di Taormina è subordinata alla disponibilità della risorsa idrica», quindi l’acqua viene ridotta di fronte a «cause naturali o di forza maggiore», come quelle, del resto, a cui stiamo assistendo. Né Siciliaque e Comune di Taormina possono chiedere indennizzi o danni qualora l’Amam dovesse sospendere l’attività di vettoriamento per «necessità di eseguire lavori di manutenzione» o «guasti alla condotta». Questo è il “famoso” accordo tra Comune di Taormina, Siciliacque e Amam. Un accordo secondo cui tanta acqua va verso Taormina – che siano 15, 18 o 60 litri al secondo – attraverso la condotta del Fiumefreddo gestita da Amam, tanta ne arriva ad Amam da Siciliacque, attraverso la condotta dell’Alcantara. O quantomeno questo dicono le carte.
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