Messina

Mercoledì 06 Novembre 2024

Crisi idrica a Messina, Barbera: “Chi amministra ha colpe, deve assumersi responsabilità”. Carreri: "E parla giusto Forza Italia? Chiedete a Schifani"

La crisi idrica che Messina prima ha allontanato e oggi è costretta ad affrontare non è causata solo dalla critica situazione che sta vivendo la Sicilia in questi mesi. Se è vero, infatti, che la città perde il 56,6 per cento di acqua si ripropone, ancora una volta, la questione di avere una rete vetusta e sulla quale non si agisce da anni in modo programmatico e responsabile. Eppure, è indimenticabile la drammatica situazione che Messina ha vissuto nel 2015, dandoci la ‘peggiore’ ribalta nazionale e internazionale sui media”. Così, in una nota, il coordinamento cittadino di Forza Italia, con il suo coordinatore Antonio Barbera. “Ciò significa - prosegue la nota - che chi amministra ormai dal 2018 deve seriamente assumersi le proprie responsabilità. È finito il tempo delle ‘colpe di chi c’era prima’ e di certo non è neppure colpa ‘del destino’, visto che l’amministratore Basile è la prosecuzione della giunta De Luca e sei anni sono un tempo sufficiente perché la questione fosse risolta o quanto meno affrontata con un imprinting diverso”. “L’amministrazione, invece, ha preferito persino prima minimizzare il problema – prosegue Barbera - e, quando la situazione è divenuta complicata agire senza soluzioni, ma approntando situazioni tampone che cambiano di giorno in giorno: c’è da chiedersi, è ammissibile predisporre un piano di distribuzione solo il 5 di agosto? È incredibile scoprire che ci siano zone della città che usufruiscono dell’acqua 24 ore su 24 e altre dove i rubinetti rimangono asciutti. La situazione si presentava già allarmante a maggio con un calo della portata di 250 litri di acqua al secondo. Inoltre, le autobotti impiegate sul territorio cittadino e nei quartieri sono poche. Nessuno comunica quanti pozzi nuovi esistano. Assistiamo a una comunicazione poco trasparente, che testimonia gravissimi problemi comunicativi e di programmazione. Non è più tempo dei diremo faremo, ma si doveva dire e fare da molto tempo”. Secondo gli azzurri “ci sono responsabilità da parte dei vertici di Amam. Non è così che si amministra. Messina non è un condominio, ma, lo ricordiamo, è una città metropolitana dove l’azione amministrativa non più vivere di soluzioni estemporanee e mutevoli da un giorno all’altro”. “C’è da capire, infine, - conclude la nota di Forza Italia – quanto in queste settimane drammatiche pesi l’approvvigionamento idrico delle numerosi nave da crociera che si fermano nel porto di Messina e da chiarire immediatamente lo ‘scambio’ di acqua con il Comune di Taormina, dopo i lavori di sostituzione dei tubi di adduzione idrica a Calatabiano, visto che a Taormina l’acqua c’è mentre a Messina arriva con il contagocce e nel comune ionico è stato realizzato un innesto che preleva acqua dalla condotta del Fiumefreddo destinata a Messina. Se è vero che, come dicono, l’acqua è restituita in eguale quantità da un altro acquedotto, qui i conti non tornano e nemmeno l’acqua”.

La replica di Carreri

Arriva la replica del coordinatore Cittadino di Sud chiama Nord, Nino Carreri, alla nota del coordinamento di Forza Italia: «Ma che sorpresa... Ecco che scopriamo anche l'esistenza di un coordinamento di Forza Italia. Dove eravate nascosti? Barbera, nella sua nota, pone alcuni quesiti. Io vorrei in premessa fare solo una domanda allo stesso Barbera, giusto per chiarire: le soluzioni ai problemi di approvvigionamento idrico di Messina sarebbero forse potute arrivare dagli esponenti di Forza Italia che per decenni hanno governato la città? Magari Barbera ci spieghi perché il governo Musumeci e Schifani non hanno risolto le fragilità idriche della Sicilia e di Messina pur avendo gli strumenti ed i soldi. È evidente - afferma Carreri - che c’è chi ha dimenticato le condizioni in cui versava l'Amam all'insediamento di De Luca come sindaco di Messina a giugno 2018. Il quadro ereditato era disastroso: l'erogazione media dell'acqua era limitata a 12-13 ore al giorno. L'Amam era prossima al fallimento con oltre 50 milioni di euro di debiti, di cui 39 milioni già soggetti a pignoramenti esecutivi da parte delle società fornitrici di energia elettrica. Non esisteva alcun progetto per l'individuazione di fonti alternative di approvvigionamento idrico. Non c'era nessun progetto per il completamento dei serbatoi. Non era stato previsto alcun piano per la riqualificazione e messa in sicurezza della rete di distribuzione idrica. Non esistevano progetti per la messa in sicurezza e la riqualificazione delle gallerie e dei pozzi di approvvigionamento. Alla luce di questo scenario, l'amministrazione De Luca ha operato un radicale cambiamento. Alla fine del mandato, a febbraio 2022, i risultati raggiunti erano i seguenti: l'erogazione media giornaliera dell'acqua era salita a 18-19 ore al giorno. Era stata messa in campo la strategia H24 con relative progettazioni e cronoprogramma. I bilanci dell'Amam erano stati risanati, con un piano di pagamento sostenibile basato sulle entrate della società per i debiti residui. Erano stati reperiti oltre 50 milioni di euro di finanziamenti per l'avvio dei lavori del progetto H24. Era stato redatto un parco progetti di oltre 50 milioni di euro nell'ambito della strategia H24. Alla luce di tutto ciò, mi faccio ancora una volta promotore di un confronto aperto tra questa amministrazione e i detrattori, anche in merito alla convenzione tra Siciliacque e Taormina che vede Amam svolgere il semplice ruolo di vettoriamento. Barbera poi non si sarà accorto che proprio in questi mesi sono in corso i lavori per oltre 20 milioni di euro sulla rete con fondi pnrr. Chi ha redatto il progetto? Chi ha ottenuto il finanziamento ed appaltato le opere? Si auspica che chi muove critiche si presenti finalmente a un dibattito costruttivo. Come coordinatore Cittadino di Sud chiama Nord, resto a disposizione e auspico un dialogo basato sui fatti e sulla verità».      

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