Una sentenza ribaltata rispetto alla decisione di primo grado. E un importante riconoscimento per una docente messinese, come “riservista” invalida civile, che probabilmente farà da “apripista” per casi futuri. È il verdetto adottato dal tribunale del lavoro presieduto da Laura Romeo e composto dalle colleghe Valeria Totaro e Roberta Rando, che ha accolto il reclamo presentato contro la sentenza di primo grado del legale della professoressa, l’avvocato Emilio Magro. Partiamo dalla fine, ovvero dalla decisione del tribunale, che ha dichiarato «il diritto della docente ad essere inserita con titolo di riserva per l’invalidità civile, per l’anno scolastico 2023/2024, negli elenchi aggiuntivi alla prima fascia delle graduatorie provinciali per le supplenze (Gps) della provincia di Messina (sostegno Adss), pubblicata in data 14.07.2023, dall’ambito territoriale provinciale di Messina». La questione è complessa. La professoressa aveva citato a suo tempo il ministero dell’Istruzione e del Merito e l’Ambito territoriale provinciale di Messina, nonché l’Ufficio scolastico regionale per l’Emilia Romagna, che nella causa sono stati tutti assistiti dall’Avvocatura distrettuale dello Stato di Messina. Il punto centrale della doglianza che ha generato la causa: la docente e il suo legale - spiega il tribunale -, lamentavano in particolare che, nell’istanza d’inserimento degli elenchi aggiuntivi delle graduatorie provinciali per le supplenze degli insegnanti di sostengo, avvenuta in modalità telematica, il sistema informatico non le aveva permesso l’inserimento del titolo di riserva per l’invalidità civile in quanto considerato come nuovo titolo, non dichiarabile poiché posseduto dopo la data del 31 maggio 2022.