Regge quasi integralmente al vaglio dei giudici del Riesame la maxi inchiesta della Procura di Messina diretta da Antonio D’Amato che a giugno ha portato all’arresto di 112 persone da parte dei carabinieri, 85 in carcere e 27 ai domiciliari, con 141 indagati complessivamente. Un’indagine portata avanti dai procuratori aggiunti Vito Di Giorgio e Rosa Raffa con i sostituti della Dda Fabrizio Monaco e Francesco Massara, che ha individuato quattro gruppi criminali che tra Messina, Barcellona, Milazzo e i Nebrodi hanno gestito per anni grandi traffici di droga, con i rifornimenti che arrivavano oltre che dalla vicina Calabria anche dalla Spagna e dall’Olanda. Adesso che il quadro dei responsi del Riesame è completo si possono tirare le somme: su 111 posizioni ci sono state 88 conferme della misura custodiale, 14 accoglimenti delle istanze difensive e 9 annullamenti. Il quadro accusatorio delineato dalla Distrettuale antimafia quindi ha retto agli accertamenti dei giudici de libertate. A comandare uno dei gruppi di rifornimento e spaccio barcellonesi era Filippo Genovese detto lo “Scozzese”. Il quale avvalendosi di una fitta rete di pusher, spacciava prevalentemente nel territorio milazzese e barcellonese sostanza stupefacente del tipo cocaina, marijuana e in esclusiva la “Spice X”. Al contesto, in questo filone d’indagine, si sono poi aggiunte le dichiarazioni fornite dallo stesso Genovese e da Gabriele Abbas, un altro elemento di vertice dell’associazione, entrambi divenuti nel frattempo collaboratori di giustizia. Tanti gli episodi registrati dai militari. Come i viaggi delle buste sigillate di Spice, la nuova droga, dall’Olanda, ordinate dagli indagati via web ad Amsterdam e arrivate con le spedizioni dei corrieri postali internazionali, fino a Barcellona. O come la vicenda relativa ad un carico di circa 60 chili di hashish che furono poi rinvenuti e sequestrati dai carabinieri in un terreno. Era un impressionante traffico di droga internazionale pesante e leggera che dal 2019 fino ai nostri giorni ha letteralmente invaso la provincia di Messina, tra la città, Barcellona, Milazzo e i Nebrodi. Basti pensare che il “giro” faceva guadagnare ben 500 mila euro al mese. Contatti regolari per i rifornimenti oltre che con la Calabria anche con la Spagna e l’Olanda, e un filo diretto con Catania, la Camorra napoletana e i grossisti di Milano. L’immissione sul mercato mai saturo oltre che delle “tradizionali” cocaina, hashish, marijuana e crack anche della spice, la più ricercata dai ragazzi, che ti devasta il cervello e il corpo, la chiamano anche K2 o “Black Mamba”, si compra tranquillamente anche attraverso il web.