Scoppia forse una “grana” da 36 milioni e mezzo di euro per il Comune di Messina, visto che la giudice della prima sezione civile del tribunale Ivana Acacia ha deciso definitivamente dopo ben 14 anni di causa il contenzioso economico sulla gestione dei rifiuti comunale. In sentenza c’è scritto infatti che l’Ato Me 3 spa dovrà pagare questo importo considerevole a Messinambiente Spa, oggi fallita. In questo infinito giudizio erano tre le parti in causa: la curatela fallimentare di Messinambiente Spa, rappresentata dall’avvocato Daniele Passaro, contro l’Ato Me 3 Spa, in liquidazione, con il ruolo di convenuta, rappresentata dagli avvocati Fabrizio Guerrera e Marcello Scurria, e infine contro il Comune di Messina, rappresentato dalla legale Fortunata Grasso, dell’avvocatura comunale (la società Ato Me 3 Spa in un determinato momento storico sostituì il Comune di Messina, l’originario committente di Messinambiente, nell’assegnazione del servizio di raccolta dei rifiuti). Come si è arrivati a questa decisione è frutto di una questione molto complessa, passata anche attraverso decisioni intermedie e un arbitrato. In estrema sintesi Messinambiente Spa ha chiesto a suo tempo - era il 2010 - al tribunale di accertare che i rapporti con l’Ato Me 3 Spa erano regolati dalle convenzioni stipulate in corso d’opera, e di dichiarare che l’Ato Me 3 Spa era tenuta ad applicare nella sua interezza quanto previsto nelle convenzioni, anche alla luce di quanto stabilito nel lodo arbitrale.