Messina

Venerdì 22 Novembre 2024

L’inchiesta della Procura sulle pressioni politiche all’Asp di Messina, l'on Calderone: «Ho registrato due archiviazioni»

C’è ancora dell’altro nell’inchiesta della Procura di Messina sulle pressioni politiche che nel tempo hanno ricevuto alcun dirigenti dell’Asp di Messina, e che da ultimo - come abbiamo pubblicato nell’edizione di martedì - ha coinvolto come indagato per induzione indebita l’ex assessore regionale alla Salute Ruggero Razza. Secondo l’ipotesi di reato, abusando della sua qualità di assessore regionale alla Sanità mediante la nomina di Bernardo Alagna a commissario straordinario dell’Asp 5 di Messina - all’epoca direttore generale f.f. dell’ente sanitario - avrebbe indotto quest’ultimo a promettergli indebitamente l’utilità consistente nella nomina di Domenico Sindoni quale direttore sanitario dell’Asp 5. Quello che nell’articolo di martedì avevamo solo ipotizzato, ovvero che una parte dell’indagine viaggiava verso l’archiviazione, oggi possiamo affermarlo sulla scorta dei nuovi atti di cui abbiamo preso visione. C’è infatti da registrare l’emissione a suo tempo di un decreto di stralcio per «formulare richiesta di archiviazione» - di cui evidentemente apprendiamo l’esistenza solo ora -, siglato della pm Roberta La Speme, controfirmato dalla procuratrice aggiunta Rosa Raffa, datato 28 maggio, che riguarda l’on. Tommaso Calderone per due ipotesi di reato (analogo stralcio per il suo segretario particolare Alessio Arlotta), l’ex dg dell’Asp di Messina Paolo La Paglia, l’infermiere in servizio all’ospedale di Barcellona Felice Giunta, il dipendente della ditta Medimed Alessandro Amatori, e poi l’ex sindaco di Messina Renato Accorinti con l’ex direttore generale dell’Asp di Messina Gaetano Sirna e il direttore pro-tempore dell’Istituto Don Orione Marco Grossholz in relazione alla vicenda che coinvolse la struttura, l’Asp e il Comune di Messina. Nel nuovo atto di conclusione delle indagini preliminari di luglio di cui abbiamo dato notizia martedì, che ha soppiantato quello di gennaio - lo ricordiamo -, oltre a Razza sono indagati l’ex commissario dell’Asp di Messina Bernardo Alagna, per l’ipotesi di corruzione, il parlamentare barcellonese di FI Tommaso Calderone e il suo segretario particolare Alessio Arlotta, i quali in relazione ad Alagna sarebbero secondo l’accusa i cosiddetti “corruttori”, e infine il dott. Domenico Sammataro (ipotesi di truffa sulle ore lavorative all’Asp durante l’emergenza Covid-19). Registriamo poi una dichiarazione sulla vicenda dell’on. Calderone: «Con il provvedimento di separazione - afferma -, la Procura della Repubblica di Messina richiederà l’archiviazione per i capi d’imputazione per i quali ingiustamente sono stato sottoposto a procedimento per anni. Ho dimostrato che non sono stato io a far nominare direttore sanitario dell’Asp di Messina il dott. Alagna nel novembre del 2020; che la mia richiesta all’allora direttore generale dell’Asp La Paglia nel novembre del 2020 di aprire la Terapia intensiva a Barcellona era legittima e, aggiungo io, dovuta; e che non sono stato io a far nominare il dott. Alagna come commissario Asp nell’agosto del 2021, periodo in cui fra le altre cose mi trovavo a Roma per gravissimi motivi familiari. Mi dispiace osservare - prosegue il parlamentare -, che sono stato io a dovere dimostrare, chiedendo la rilevanza di ben 137 intercettazioni, ritenute non rilevanti dalla Guardia di Finanza, non la mia innocenza, ma la mia totale estraneità ai fatti. Sono stato intercettato ovunque, addirittura con quattordici proroghe, fatto mai visto nella mia lunga carriera d’avvocato, e sono stato intercettato nelle stanze del mio studio professionale, nella mia segreteria, su tutte le mie autovetture, e utenze telefoniche, e perfino con il trojan. È stata per mesi e mesi invasa la mia sfera privata e personale, per poi arrivare ad una richiesta di archiviazione. E con sorpresa oggi verifico che viene varata una nuova imputazione, come se non fossero trascorsi quattro anni d’indagine, e solo dopo avere dimostrato la mia estraneità ai fatti da tutti i capi d’imputazione. E resto ancora più sorpreso quando mi avvedo che la imputazione sarebbe la “promessa d’interessamento”, la quale si commenta veramente da sola. Dunque - prosegue l’on. Calderone -, ad oggi non ho fatto più nominare il dott. Alagna direttore sanitario, non l’ho fatto nominare più commissario dell’Asp, ma ho “promesso d’interessarmi”. Sembra la famosa frase “le farò sapere”, solo che questo non è un film ma è il patimento di un procedimento penale. Sono un deputato della Repubblica e ho il dovere di credere fino in fondo nelle istituzioni, ed è per questa ragione che chiederò ancora una volta di essere interrogato, dopo essere stato sentito il 26 febbraio per nove ore su mia richiesta, per far “cadere” quest’ultima, mi sia consentito, non preoccupante imputazione. In conclusione sono molto soddisfatto per la richiesta di archiviazione per i capi che mi venivano contestati, ma non posso non nascondere la mia sorpresa e la mia delusione per questa inedita e sostitutiva imputazione, in assenza di fatti nuovi e in presenza di fatti conosciuti da anni dagli inquirenti».

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