Diventano definitive le condanne dell’operazione antidroga Scipione su un traffico di droga tra la Calabria e Messina condotta dalla Direzione distrettuale antimafia. La Corte di Cassazione ha rigettato i ricorsi contro le condanne che erano state decise lo scorso 31 gennaio dalla Corte d’appello. Diventano dunque definitive. Si tratta del troncone che era stato giudicato con l’abbreviato.
I nomi
A ricorrere in Cassazione erano stati in sette: Angelo Albarino, Stellario Brigandì, Costantino Favasuli, Giovanni Morabito, Salvatore Favasuli, Santo Chiara, e Stefano Marchese. Sono stati difesi dagli avvocati Salvatore Silvestro, Antonello Scordo, Carlo Autru Ryolo e Fabio Schembri. Il processo d’appello che si è concluso lo scorso gennaio proveniva da un rinvio della Cassazione che, accogliendo i ricorsi dei difensori, aveva annullato la precedente sentenza disponendo un nuovo giudizio. La Cassazione aveva in pratica annullato per tutti la condanna d’appello per la “mancata motivazione” delle aggravanti, e per Chiara anche per la sua presunta partecipazione all’associazione dedita allo spaccio. Il processo in Corte d’appello, si era concluso il 31 gennaio scorso con dieci condanne. Per cinque la pena era stata rideterminata mentre per altri cinque era arrivata la conferma. Rideterminata la pena per Santo Chiara a 8 anni, Stellario Brigandì a 11 anni e 8 mesi, Salvatore Favasuli a 8 anni e 8 mesi, Giovanni Morabito a 8 anni, Stefano Marchese un anno e 2 mesi più duemila euro di multa. La conferma della precedente sentenza d’appello disposta per Giuseppe Selvaggio, Costantino Favasuli, Fortunato Calabrò, Angelo Albarino e Giovanni Bonanno.
Il blitz del 2020
L’operazione “Scipione”, è il risultato di indagini dei carabinieri sfociate nel blitz del 4 marzo 2020 con 19 arresti, di cui 18 in carcere e uno ai domiciliari. Intercettazioni e appostamenti fecero emergere un gruppo che si riforniva da calabresi con consegne a domicilio, su base settimanale, di carichi di cocaina e marijuana trasportati nei doppi fondi delle auto e destinati alle piazze dello spaccio. Le indagini furono avviate da un episodio avvenuto nel tardo pomeriggio del 27 settembre 2016, quando un uomo, con volto coperto da casco da motociclista e armato di fucile a canne mozze, esplose due colpi all’indirizzo di un tavolino esterni del “Cafè sur La Ville”, sul viale Regina Margherita. Le indagini portarono alla luce un traffico di stupefacenti con protagonisti, sul versante calabrese, la cosca dei Morabito e un gruppo messinese.
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