Messina

Venerdì 18 Ottobre 2024

Crisi idrica a Messina, passa la "linea Basile": arriverà più acqua dai pozzi Bufardo-Torrerossa

Più fronti di battaglia, un unico obiettivo: ridurre il più possibile i disagi derivanti da una crisi idrica che non riguarda solo il territorio messinese ma l’intera Sicilia. È qui la differenza tra questa, l’attuale, e quell’emergenza del 2016 che fu esclusivamente una questione messinese e che lasciò la città quasi totalmente a secco per oltre venti giorni. È evidente che alle famiglie alle quali manca l’acqua, i discorsi sui precedenti storici, o i raffronti con le altre città e province siciliane, interessano poco o nulla. Ed ecco, dunque, che enti e istituzioni stanno cercando soluzioni a una fase emergenziale che, purtroppo, è destinata ad aggravarsi nei prossimi anni, se la siccità non darà tregua alla nostra Isola. Ieri, per la seconda volta nell’arco di sette giorni, la prefetta di Messina, Cosima Di Stani, insieme con il sindaco Federico Basile, ha presieduto un vertice, «al fine di valutare le possibili iniziative necessarie per assicurare l’approvvigionamento idrico in favore del Comune di Messina, alla luce del perdurare della grave crisi idrica che ha colpito la Regione siciliana». Una riunione alla quale hanno preso parte i rappresentanti della Cabina di regia regionale per l’emergenza idrica, dei Dipartimenti regionali di Protezione civile, dell’Acqua e dell’Agricoltura, insieme con l’Autorità di bacino del Distretto idrografico della Sicilia e i responsabili del Genio civile di Messina e di Catania, la presidente dell’Amam Loredana Bonasera, le società “Siciliacque” e “Acque Bufardo Torrerossa”. Più fronti, si diceva. Il primo, quello affrontato nel corso dell’incontro di ieri, si riferisce al problema della ridotta portata della condotta proveniente da Moio Alcantara. Come si ricorderà, giovedì scorso è stato effettuato un sopralluogo nella zona dove sorge il pozzo Bufardo-Torrerossa. Alla luce dei dati riportati, come si legge nella nota stilata da Palazzo del Governo, «è stata prospettata alla Cabina di regia la possibilità di rivedere la distribuzione delle fonti idriche provenienti dal pozzo, in modo da garantire la prevalenza dell’uso idropotabile rispetto a quello irriguo, conformemente alle disposizioni diramate dalla presidenza della Regione siciliana, senza tuttavia arrecare pregiudizio alla produzione agricola». Il dirigente del Dipartimento regionale dell’Agricoltura ha confermato che, «alla luce dell’emergenza in atto, sarebbe sufficiente destinare agli usi irrigui e, segnatamente, all’agricoltura di soccorso, un terzo della portata ordinariamente ad essa destinata, con la conseguenza che la parte eccedente potrebbe essere utilmente erogata per l’uso idropotabile». Ed è per questo, che la prefetta ha invitato la stessa Cabina di regia a convocare al più presto un tavolo tecnico «per verificare il quantitativo di risorsa idrica spettante alla società privata per l’utilizzo irriguo» e, al contempo, per perfezionare quanto è emerso durante la riunione di ieri pomeriggio.

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