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Omicidio Quaranta, coro bipartisan contro la Cassazione: "Sentenza surreale, è un passo indietro"

Parla di «sentenza da brividi» la senatrice di Fratelli d’Italia Cinzia Pellegrino, coordinatrice nazionale del Dipartimento tutela vittime per il partito di Giorgia Meloni. «Fa venire i brividi ascoltare verdetti come quello della Cassazione sull'omicidio di Lorena Quaranta, che ha annullato la condanna all’ergastolo ad Antonio De Pace, perché ha agito stressato dal lockdown e dal Covid. Appellarsi al rischio che la convivenza forzata possa acuire e far degenerare i conflitti nelle relazioni è, per lo meno, risibile. L’aver strangolato la propria compagna per poi tentare di togliersi la vita tagliandosi le vene rientra nel classico schema omicidio-tentato suicidio delle coppie disfunzionali e perciò non può essere ritenuto casuale. Senza contare che una sentenza che abbassa la responsabilità penale perché l’imputato non era in grado di contrastare lo stato di angoscia del quale era preda fa da scuola per altri casi che possano essere ritenuti simili. Il lavoro degli ermellini ci lascia molta amarezza. Non è così che si porta giustizia alle vittime».

E si dice «incredula per questa sentenza» Cecilia D’Elia, senatrice del Pd e vicepresidente della Commissione bicamerale sul femminicidio: «Mentre l’Onu prontamente lanciò l’allarme per l’aumento della violenza maschile contro le donne, in particolare quella domestica, causata nel periodo del Covid dal lockdown, nella sentenza del caso relativo all’omicidio di Lorena Quaranta, le cui motivazioni leggeremo con attenzione, il Covid sembra essere un’attenuante. Davvero si rimane incredule, ancora una volta in un caso di femminicidio si trova un’attenuante. Quante possono essere le attenuanti della violenza maschile contro le donne?». E ancora, la capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra italiana alla Camera, Luana Zanella, afferma: «Sembra impossibile che una sentenza della Cassazione consideri come attenuante di un femminicidio lo stress da Covid. Così non si abbatterà mai l'infrastruttura ideologica e culturale del patriarcato che alimenta la violenza maschile sulle donne».
La messinese Matilde Siracusano, sottosegretaria ai Rapporti con il Parlamento, definisce «surreale» la sentenza: «Secondo i giudici della Suprema Corte il ragazzo che ha ammazzato la studentessa di Medicina, originaria di Favara, in provincia di Agrigento, era stressato dal Covid e, dunque, la sua pena andrà rivalutata. Una vicenda che ha dell’incredibile, una nuova dolorosa ferita per la famiglia di Lorena e per tutte le donne che chiedono giustizia e non schizofreniche sentenze costruite solo per tentare di giustificare l’indifendibile».

«La decisione della Corte di Cassazione di annullare l’ergastolo ad Antonio De Pace, autore del femminicidio di Lorena Quaranta, da lui strangolata, ci lascia stupite ma anche molto preoccupate. Pensare che lo stress, qualunque fosse la presunta origine, possa essere considerato un’attenuante rischia di creare un pericoloso precedente in un ambito, quello del contrasto alla violenza sulle donne, già parecchio delicato. Non può esserci alcuna giustificazione, alcuna attenuante per un atto di violenza così efferato. Nel nostro Paese si rischia un pericoloso passo indietro che di certo non rispetta la memoria di tutte le vittime. La spirale dei femminicidi deve essere fermata, per farlo c'è bisogno del sostegno di tutti». Così in una nota le parlamentari del Movimento 5 Stelle nella Commissione bicamerale di inchiesta sul femminicidio e la violenza di genere Stefania Ascari, Anna Bilotti, Alessandra Maiorino e Daniela Morfino.

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