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Milazzo, azzerato il Cda della Fondazione Lucifero. Arriverà il commissario

Ennesima puntata di una vera e propria telenovela: si dimettono il presidente Scicolonei e i consiglieri Puglisi e Schirò. I punti chiave: la situazione economica, il contenzioso, i rapporti con il Giglio

Terremoto alla Fondazione Lucifero. Dopo settimane di inusuale silenzio, il presidente Scicolone e due consiglieri (Gioacchino Puglisi e Rosalia Schirò) lasciano il Consiglio di amministrazione che conseguentemente viene azzerato e dopo l’automatica decadenza dei due consiglieri rimasti (Antonio Astone e Santino Colosi) arriverà un commissario straordinario.

Le dimissioni sono state ufficializzate ieri mattina nel corso di una conferenza stampa svoltasi nei locali della Baronia, durante la quale sono stati anche spiegate in modo dettagliato le ragioni di tale gesto. «È una lotta contro i mulini al vento – hanno detto in apertura dell’incontro con i giornalisti –. Il problema è che tutto ciò che il consiglio delibera sistematicamente viene disatteso dagli uffici della Fondazione. Chiediamo atti e chiarimenti su fatti che riteniamo gravissimi, ma non riceviamo mai risposta. A che serve, dunque, rimanere a ricoprire questi incarichi se non possiamo incidere sulla gestione?». Cinque i punti evidenziati nel documento, ecco alcuni stralci chiave.

Preoccupante situazione economico-finanziaria ereditata dalle precedenti gestioni.
«Due elementi sono stati oggetto di attenzione da parte di questo Consiglio, l’ammontare delle spese legali per contenziosi aperti (anche datati) e la sempre modesta liquidità di cassa che si perpetua da lungo tempo, nonostante il corposo indennizzo del 2010 di oltre due milioni di euro da parte del Comune di Milazzo per l’esproprio di una parte dell’area di contrada Fondaco Pagliaro di proprietà dell’Ente. Appare inverosimile che a fronte della superiore disponibilità non siano state liquidate le relative parcelle dell’avvocato patrocinatore. Inoltre negli stessi bilanci da ben 14 anni viene riportata tra i Residui Passivi la somma di euro 736.949,24 che non è un debito nei confronti di qualcuno, ma un accantonamento per la ristrutturazione del palazzo di via Marina Garibaldi. Ristrutturazione tra l’altro mai avvenuta, pur regolarmente autorizzata, La somma non esiste più perché utilizzata per fare fronte a spese correnti !»

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