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Ospedale di Milazzo, il pronto soccorso allo stremo: c'è chi attende da mattina a sera

Lo sconcertante sovraccarico per il vitale reparto del Fogliani

Sembra una battaglia contro i mulini a vento, ma il rispetto nei confronti dei cittadini ci impone di portarla avanti. Senza indugio e senza sconti.
La questione del pronto soccorso di Milazzo continua a rimanere irrisolta provocando una crescente esasperazione degli utenti. I quali in teoria magari non avranno tutte le ragioni per rivolgersi al presidio di prima assistenza del “Fogliani” anche per un semplice attacco febbrile, ma nel concreto devono farlo perché non ci sono alternative funzionali, come magari accade al Nord. I punti di prima assistenza (Pta) infatti non funzionano come dovrebbero e non assicurare quell’intervento immediato che alcune volte è fondamentale. È storia di questi giorni che alcuni cittadini milazzesi colpiti da febbre alta, senza una adeguata diagnosi, hanno rischiato la vita (pare a causa di un batterio scoperto con esami specifici), finendo con l’essere ricoverati d’urgenza in ospedali della provincia. È chiaro che gli affollamenti del pronto soccorso non sono legati solo a questi problemi, ma scaturiscono da una mancanza di organizzazione di questi presidi, e Milazzo è uno di questi, che rappresentano il polo di riferimento dell’emergenza di un comprensorio di oltre centomila abitanti.
Nessuno continua ad accorgersene o meglio prende atto della situazione ma non la risolve. E così non resta a chi scrive, rappresentare il malumore, anzi ormai la protesta degli utenti costretti ad attendere anche 12 ore per una visita. E basta trascorrere alcune ore al pronto soccorso del “Fogliani” per rendersi conto che tra codici, triage e tempi d'attesa regna la confusione, specie quando gli arrivi si ripetono. Prima un’ambulanza del 118 che trasporta un ferito, quindi altre due ragazze che sono finite sull'asfalto col motorino. Una di loro presenta una frattura, l'altra ferite lacero-contuse. Sono doloranti e dicono di essere di Giammoro: sarebbero cadute autonomamente dallo scooter nella zona industriale. Gli stessi soccorritori e gli infermieri le accompagnano all'interno. Ma c'è anche chi attende da circa un'ora per un consulto e capisce che dovrà ancora aspettare.
«Ormai è un classico – afferma il padre di un ragazzo che ha la sospetta frattura del piede sinistro – qui si entra al mattino e si esce la sera. È una sorta di bolgia infernale».

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