Il Grande Oriente d’Italia (GOI) sta affrontando la prima significativa crisi post-elettorale, con altre sfide imminenti all'orizzonte. Sono trascorsi quattro mesi dalla nomina di Antonio Seminario (calabrese della provincia di Cosenza) a Gran Maestro, avvenuta il 10 marzo scorso. Tuttavia, il 12 luglio, il giudice Lucio Fredella del Tribunale civile di Roma - come riportato da Il Sole 24 Ore - ha emesso un decreto ingiungendo al GOI di consegnare i documenti relativi alle elezioni. Questa decisione è stata presa in seguito al ricorso di sette "fratelli messinesi"– sei appartenenti alla loggia La Ragione e uno alla loggia Minolfi – che richiedevano la "consegna immediata" della copia conforme del decreto di proclamazione del Gran Maestro e della delibera del suo insediamento. Paradossalmente, la parte più interessante – i verbali della Commissione elettorale relativi alle cifre elettorali delle liste e all'elezione di Seminario – sarà richiesta durante il corso del giudizio. Ottenuti i primi due documenti, il passo successivo sarà l'avvio di un altro giudizio per richiedere, anche in via cautelare, i verbali. La prospettiva di questa richiesta ha probabilmente indotto il giudice a emettere il decreto iniziale, che include anche il pagamento di 1.786 euro per spese legali e affini. Questo pacchetto di richieste è stato inviato il 23 aprile dai sette fratelli siciliani alla Gran Segreteria del GOI, che ha risposto il 24 maggio, chiedendo un mese di tempo per una risposta laconica: "In conformità alla normativa vigente in materia si prega di voler precisare le ragioni sottostanti la richiesta." Un linguaggio burocratico. Il giorno successivo, i fratelli siciliani hanno replicato: "Il diritto azionato non è disciplinato dalla normativa per l’accesso agli atti amministrativi, ma dagli articoli 2261 e 2476, secondo comma, applicabili per giurisprudenza consolidata anche alle associazioni non riconosciute" dallo Stato, come il GOI. Questo diritto, vantato dai singoli associati, "non è certamente condizionato dalla indicazione di alcuna ragione giustificatrice," hanno concluso i sette massoni messinesi. Non ottenendo risposta, i sette fratelli si sono rivolti al giudice. Il decreto è stato notificato il 17 luglio e il GOI ha 10 giorni per consegnare gli atti in copia conforme. Il GOI può opporsi entro 40 giorni dalla notifica, ma il giudice civile dovrebbe intervenire inaudita altera parte e solo per motivi eccezionali, che non sembrano emergere al momento dato lo scambio di comunicazioni tra le parti. È quindi presumibile che, entro la fine di luglio, i sette fratelli messinesi potrebbero ottenere i documenti richiesti. Se questi fossero negati, l’ufficiale giudiziario potrebbe intimare la consegna, e un ulteriore rifiuto potrebbe configurare l'inosservanza di un provvedimento giudiziario, con potenziali conseguenze penali. Indipendentemente dall'esito, è evidente che il Grande Oriente d’Italia si trova nel mezzo di una dura lotta interna tra fratelli, e questa situazione non rappresenta certo un inizio.