Un legame speciale quello tra la Madonna del Carmine e Messina, fra i primissimi approdi carmelitani d’Europa dal quale si è diffusa una spiritualità religiosa fondata sulla preghiera, la fraternità e le opere di carità. Una spiritualità che il parroco don Gianfranco Centorrino continua a mantenere viva e che, grazie al suo impegno soprattutto a favore degli ultimi, è diventata una scuola di umanesimo alla quale tantissimi cittadini attingono quotidianamente. Martedì scorso, nella chiesa di via Martino che il 13 maggio 1956 fu elevata alla dignità di santuario dall’allora arcivescovo mons. Paino, si è rinnovato l’omaggio alla Madonna del Carmine con la processione del simulacro per le vie del centro. La devozione, sentita, è stata testimoniata dalla grande presenza di fedeli al corteo e alla messa pontificale che lo ha preceduto, presieduta dal vescovo piemontese Angelo Accattino, nunzio apostolico in Tanzania, amico e compagno di studi, all’Almo Collegio Capranica, di padre Gianfranco Centorrino che insieme al vescovo ausiliare Di Pietro ha concelebrato la messa in una chiesa gremita; presenti anche, oltre al Terz’Ordine Carmelitano, i membri del Sovrano Ordine Militare di Malta e l’Ordine Costantiniano di San Giorgio, ai quali mons. Accattino ha benedetto gli scapolari carmelitani. Nella sua omelia mons. Accattino ha parlato della figura di Maria alla quale lui è particolarmente legato. Anche don Centorrino ha sottolineato come "anche in questo tempo di prova l’incontro con Maria diventa cammino di speranza per gli sfiduciati, conforto per gli afflitti e dignità agli emarginati”. Sulle note della banda di Fiumedinisi, al grido di “Viva Maria” l’imponente simulacro è stato accolto all’uscita, accompagnato dai fedeli e scortato dalla Polizia Municipale per le strade di Messina, “spesso ripide come quel monte Carmelo sul quale la Vergine attende tutti i suoi figli a braccia aperte”, ha aggiunto il sacerdote.