Aveva la base operativa in un appartamento di Ritiro l’organizzazione scoperta dai carabinieri della Compagnia Centro con l’operazione “Penelope” che ha sgominato una rete della droga, in particolare marijuana e cocaina, provenienti da Catania e dalla Calabria.
Le indagini coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia hanno portato all’arresto, su ordinanza di custodia cautelare, di nove persone, per a vario titolo, i reati di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti e detenzione e spaccio di stupefacenti. Gli indagati sono in tutto ventidue. Disposta la custodia in carcere per Davide Luca Papa, 42 anni, Fabio Fobert, 41 anni, Domenico Arigò, 55 anni e Benedetto Mesiti, 46 anni. Ai domiciliari si trovano invece Sabrina Sciuto, 42 anni, Antonina De Marco, 36 anni, Maria Militello, 49 anni, Michele Saya, 35 anni e Arapi Arian “Kol”, 37 anni.
A quest’ultimo i carabinieri della Compagnia Centro diretta dal maggiore Marcello Savastano hanno notificato l’ordinanza bloccandolo mentre stava per partire in aereo per trascorrere qualche giorno di vacanza con la famiglia in Albania. I militari , che lo tenevano sotto osservazione, hanno bloccato il volo all’aeroporto di Catania pochi minuti prima del decollo. Proprio la partenza dell’uomo verso Tirana ha quasi costretto i carabinieri ad accelerare i tempi facendo scattare gli arresti con la notifica dell’ordinanza emessa dalla gip Arianna Raffa su richiesta della procura diretta dal procuratore Antonio D’Amato. Quasi un anno di indagini, dal novembre 2020 fino al settembre 2021 hanno permesso di far emergere l’attività di un gruppo che sarebbe stato in grado di gestire un’efficiente rete di distribuzione di consistenti partite di marijuana e cocaina, provenienti da Catania e dalla Calabria. La base operativa del gruppo sarebbe stato l’appartamento di un indagato nella zona di Ritiro che sarebbe stato utilizzato quale luogo privilegiato per programmare le strategie del gruppo e come punto di stoccaggio e nascondiglio delle sostanze stupefacenti.
Le indagini, sono cominciate a novembre del 2020 a seguito dell’arresto di Sabrina Sciuto trovata in possesso di marijuana. La donna era stata fermata per un controllo subito dopo essere sbarcata con un’auto dai traghetti provenienti dalla Calabria. All’interno dell’auto erano stati trovati e sequestrati due chili di marijuana nascosti in una scatola di cartone e circa mille euro in banconote. I carabinieri avevano anche notato che prima di imbarcarsi era con un uomo che però era salito sulla nave a piedi. Attraverso intercettazioni telefoniche ed appostamenti, è stato possibile puntare l’attenzione su un gruppo che si riforniva di droga in Calabria ed a Catania per poi rivenderla nelle piazze messinesi. Dopo l’arresto della donna, come è emerso dalle intercettazioni, gli indagati avrebbero continuato nell’attività illecita programmando altri acquisti di sostanza stupefacente da poter poi distribuire sulle piazze messinesi. Dalle intercettazioni è emerso che alcune volte gli indagati usavano un linguaggio esplicito per fare riferimento alla sostanza stupefacente mentre in altri casi venivano utilizzati termini come “profumo”, “attrezzi”, “veicoli” che, secondo lo stesso gip che ha emesso l’ordinanza, si potevano facilmente ricondurre all’attività illecita. Nel corso delle indagini sono emersi anche contatti con persone della zona jonica in particolare per lo spaccio di droga nella zona di Roccalumera e dintorni. Secondo gli investigatori, dietro conversazioni in cui si faceva riferimento alla vendita di profumi si nascondeva uno smercio di sostanze stupefacenti.
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