A Messina l’indice di vecchiaia è al 214.3 per cento, ben oltre la media regionale stimata dall’Istat che per il 2024 è al 177.7 per cento. In terra peloritana, insomma, vivono 214 over 65 ogni 100 giovani. Per Claudio Barone e Pippo Calapai, segretari generali della UilPensionati Sicilia e della UilP Messina, questi sono «numeri da record, come da record sono le carenze del servizio pubblico che pesano soprattutto sulle persone fragili e che non possono certo essere supplite dalla generosità del volontariato: un esempio fra tutti, l’affollatissimo ambulatorio sociale gratuito aperto dalla Uil oltre un anno fa a Contesse che già conta tantissimi anziani tra i propri assistiti». Gli esponenti sindacali sottolineano la «difficile, allarmante, condizione della terza età messinese che avrebbe bisogno di attenzioni almeno proporzionate all’aumentare del suo peso specifico rispetto al totale della popolazione». Quindi, aggiungono: «Solo per restare all’indice di vecchiaia, questa provincia è passata in appena cinque anni dal 186 del 2019 al già citato 214 per cento. Oggi in questo territorio sono 144 mila gli ultrasessantacinquenni, un quarto dei residenti. Sono dati che impongono innanzitutto risposte dalle istituzioni politiche, cui chiediamo fra l’altro investimenti per cambiare la rotta di un sistema sanitario in arretramento. Servono risorse umane e strumentazioni per migliorare presenza ed efficienza della medicina ospedaliera e territoriale. Invece, qui più che altrove, bisogna fare ogni giorno con lacune che rendono inaccettabili i livelli di assistenza».
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