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Rasi al suolo storia e sogni della famiglia Arigò che ha "illuminato" tutte le principali feste di Messina

L’ultima nella quale si era “esibita” era stata quella di San Giovanni a Santo Stefano medio e poco prima aveva chiuso i festeggiamenti di Sant’Antonio e  della Madonna della Lettera

L’azienda della famiglia Arigò è un riferimento siciliano dell’industria dei giochi d’artificio. La prima attività risale addirittura al 1897 e quella di Giovanni, rimasto gravemente ferito ieri, è la quarta generazione. Molto noti in città, realizzano questi affascinanti giochi soprattutto per le festività estive, quelle religiose che poi si concludono con il cielo colorato di luci. L’ultima nella quale si erano “esibiti” era stata quella di San Giovanni a Santo Stefano medio e poco prima avevano chiuso i festeggiamenti di Sant’Antonio e  della Madonna della Lettera. Ma loro erano stati i fuochi, in alcune edizioni, per la Vara del 15 agosto. Non solo la famiglia Arigò ha nel proprio dna i fuochi d’artificio da oltre 120 anni, ma anche la signora Giusy, madre di Giovanni è figlia d’arte e una delle poche fuochiste donna del panorama locale.
Quello che è accaduto a Bordonaro, non può che riportare alla memoria la tragedia del novembre del 2019 a Barcellona. L’esplosione nella fabbrica della ditta Vito Costa e figli provocò cinque i morti, fra i quali la moglie del titolare Venera Mazzeo e quattro operai di una ditta esterna che stava facendo lavori di manutenzione nella fabbrica. Le scintille generate dai lavori arrivarono in un casotto in cui si trovava la polvere pirica innescando le esplosioni. (dom.be.)

 

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