Messina, un coordinamento permanente per il presente e futuro della Falce. Basta col tempo delle parole
Gli slogan, tipo “Patto per la Falce”, sono ormai insopportabili. Li abbiamo sentiti, detti e scritti troppe volte. Quello che oggi si presenta come un obbligo, da parte di tutte le istituzioni che hanno competenze sulle aree della penisoletta di San Raineri, è istituire un tavolo di Coordinamento operativo, che segua passo dopo passo, minuto per minuto, l’evolversi di tutte le procedure riguardanti sia la bonifica sia i futuri processi di rigenerazione urbana della Zona falcata. Il tempo delle parole è abbondantemente scaduto e, alla vigilia del voto del Cipess che finalmente stanzierà quei 20 milioni di euro annunciati da anni (risorse che sono il frutto del proficuo impegno parlamentare svolto dalla deputata messinese Matilde Siracusano), bisogna inaugurare la stagione dei fatti. E il primo fatto, non più procrastinabile, da attuare nell’immediato – oggi stesso, tutt’al più domani – è lo sgombero dei locali della Real Cittadella che di nuovo sono stati occupati abusivamente. È incredibile come ciò sia potuto accadere, visto che erano stati sigillati tutti gli accessi alla fortezza secentesca, ma quando il tempo passa infruttuosamente, e nessuno si occupa più della gestione di quelle aree, è quasi naturale che accadano cose del genere. Dovunque ci siano immobili lasciati nell’abbandono e nel degrado per anni, è come se, all’ingresso, ci fosse il cartello con la scritta “Sono libero, occupatemi”. Ecco perché non basta più ripetere che certe competenze sono dell’Autorità di sistema portuale, altre del Comune (in particolare, dei Servizi sociali che dovrebbero, ove ricorressero le condizioni, prendersi in carico il problema delle famiglie degli occupanti), altre della Polizia municipale, della Guardia costiera o delle altre Forze dell’ordine. Ci vuole un “tavolo permanente”, come quando si riunisce il “Coc”, il Comitato per le emergenze di Protezione civile. Liberare la Real Cittadella dai nuovi abusivi, fare in modo che nel più breve tempo possibile, avendo la certezza delle prime risorse finanziarie, scattino le operazioni di bonifica dei terreni inquinati e programmare, già da ora, il futuro della Falce. Questo è il compito delle Istituzioni, dall’Autorità di sistema portuale al Comune, dalla Regione alla Soprintendenza, perché nessuno può disinteressarsi delle sorti della più preziosa porzione del nostro territorio.