Messina, corruzione per l’appalto del torrente Cataratti-Bisconte: Maurizio Croce vuole patteggiare
Il processo si divide in due dopo l’udienza preliminare. Almeno sulla carta. È la clamorosa inchiesta della Procura di Messina retta da Antonio D’Amato sui casi di corruzione elettorale legate ai lavori nel torrente Bisconte-Cataratti, che a metà marzo ha fatto finire nei guai l’ex capo dell’Ufficio regionale del dissesto idrogeologico Maurizio Croce e parecchi altri indagati. Ieri mattina il colpo di scena davanti alla gup Simona Finocchiaro. Il legale di Croce, l’avvocato Bonni Candido, ha depositato una richiesta di patteggiamento a 3 anni e 6 mesi di reclusione, per la quale ha incassato nei giorni scorsi l’ok da parte dell’accusa, in questo caso i pm Liliana Todaro e Marco Accolla, ieri in aula a rappresentare la Procura. E così hanno fatto altri quattro imputati, ovviamente con proposte di pene diverse. Per gli altri otto imputati del procedimento invece, che hanno scelto il rito ordinario, la gup Finocchiaro ha deciso per il rinvio a giudizio, fissando l’inizio del processo la 22 ottobre davanti al collegio penale. Complessivamente sono in 14 gli imputati comparsi davanti alla gup Finocchiaro, 13 persone fisiche e poi una ditta, la S.C.S. Costruzioni Edili srl di Maletto della famiglia Capizzi. L’indagine, della Guardia di Finanza, si è basata sulle rivelazioni dell’imprenditore brontese ed ex sindaco di Maletto Giuseppe Capizzi, la cui ditta vinse l’appalto per mettere a posto le cose nel torrente Cataratti-Bisconte, ma che secondo l’accusa e le sue stesse dichiarazioni si prodigò per tutta una serie di “favori extra” richiesti proprio da Croce anche durante la sua campagna elettorale a sindaco. E veniamo al dettaglio. Cinque le proposte di patteggiamento della pena, che la gup Finocchiaro ha rinviato per la decisione a una collega, la gup Monia De Francesco, fissando la prima udienza al prossimo 16 luglio. Ecco le proposte: Maurizio Croce, 3 anni e 6 mesi; Carmelo Francesco Vazzana, 3 anni, da scontare con lavori di pubblica utilità; Rossella Venuti, 2 anni con pena sospesa; Giuseppe Capizzi, 2 anni; Emanuele Capizzi, 8 mesi. Sono assistiti dagli avvocati Bonni Candido, Nunzio e Franco Rosso, Giuseppe Piazza, Alberto Gullino e Carmelo Peluso. Su queste proposte di patteggiamento quindi deciderà il prossimo 16 luglio la gup De Francesco. Dovrà cioè valutare se ritiene congrua l’entità della pena concordata tra i pm e i difensori rispetto al quadro delle accuse contestate. Se non dovesse ritenerle proporzionate, una o più d’una, la trattazione tornerebbe “indietro” alla gup Finocchiaro che ha gestito originariamente l’intera udienza preliminare. Ci sono poi gli altri otto imputati che ieri hanno scelto di proseguire con il rito ordinario, e si tratta di Rosario Arcovito, Antonino Cortese, Giovanni “Enzo” Cucchiara (il suo legale, l’avvocato Andrea Fares, ha sollevato una questione di competenza territoriale), Francesco Di Maio, Giuseppe Francesco Mazzeo, Giovanni Pino, Davide Tommaso Spitaleri, Giuseppe Vaccarino. Per tutti la gup Finocchiaro ha deciso la celebrazione del processo. Sono assistiti dagli avvocati Nunzio e Franco Rosso, Piero Pollicino, Andrea Fares, Giuseppe Lo Presti, Corrado Rizzo e Carmelo Peluso.