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Messina, il concerto di Ultimo: promosse le navette Atm, ma lunghe code in autostrada. E il sottopasso chiuso crea rischi ed è un rebus!

All'interno dello stadio il trionfo di Ultimo, il cantante romano che in una notte d'estate a Messina ha radunato oltre 40mila spettatori. Una folla che ha inevitabilmente richiesto l'impegno delle forze dell'ordine e della consueta macchina organizzativa che già in passato ha dimostrato di essere collaudata a dovere. Ma questa volta - fermo restando che la gestione di 40mila persone è sempre complessissima - qualcosa non ha funzionato. E qualche scelta va rivista senza arroccarsi su decisioni che appaiono più cervellotiche che pratiche. Lascia moltissimi dubbi la chiusura dell'uscita dello svincolo di San Filippo - in direzione Messina-Catania - prima del concerto con centinaia di auto (anche 4 chilometri di fila) incolonnate fino a Tremestieri per uscire e poi riprendere la tangenziale in direzione opposta (Catania-Messina) e uscire finalmente a San Filippo. Moltissimi i messinesi finiti in questo imbuto (la maggior parte non diretti al concerto), con alcuni spettatori entrati a concerto abbondantemente iniziato.

Ma ieri sera i maggiori disagi con rischi anche per molte persone si sono registrati alla fine del concerto, quando è stato chiuso il sottopasso - con tanto di schieramento di forze dell'ordine e transenne - che dal vialone dello stadio "Franco Scoglio" consente agli spettatori che defluiscono di recarsi al "parcheggio rosso". Un provvedimento di quest'anno, pare perché il sottopasso è stato ritenuto troppo stretto. C'è da chiedersi perché non lo sia stato dal 2007 a oggi, con concerti - come quelli di Vasco e di Laura Pausini - che hanno attirato come ieri oltre 40mila persone. Senza fornire spiegazioni è stato chiesto alla gente di proseguire a piedi nella "fiumana" di spettatori, di fatto allontanandosi dalla zona dei parcheggi. Cosa che ai più è parsa incomprensibile e ha portato al caos totale, tanto che senza controlli migliaia di persone sono finite nella parte rialzata della bretella occupata da tante auto in fila e in discesa con una commistione pericolosossima mentre altre, più a valle, hanno sfondato le reti di recinsione - anche in questo caso senza controlli e senza che qualcuno desse indicazioni - e si sono riversate di fatto nella bretella autostradale per risalire al parcheggio rosso.

Sempre con rischi elevati per l'incolumità. A poco è servito scoprire dopo che ancora più a valle era stato creato un passaggio idoneo. Idea condivisibile ma che evidentemente ieri non ha funzionato, non è stata capita e ha creato solo ulteriore caos, come dimostrano le foto.  Lunghe e inevitabili file anche negli altri parcheggi, mentre le navette dell'Atm si confermano una soluzione gradita dagli spettatori.

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