Non è un passaggio esclusivamente tecnico o burocratico, quello avvenuto nei giorni scorsi, con il “trasloco” dei rifiuti indifferenziati messinesi dal turbolento impianto della Sicula Trasporti, a Lentini – chiusa dall’oggi al domani, con conseguente emergenza in mezza Sicilia – al più piccolo, ma moderno impianto di Campofelice di Roccella, nel Palermitano. È una vera e propria svolta, sotto molti punti di vista, che genera almeno due benefici palesi: il primo, immediato, è l’aver evitato l’emergenza che ha fatto tremare 200 comuni dell’Isola; il secondo lo si ritroverà nella bolletta Tari dell’anno prossimo, quando un ulteriore ribasso sarà possibile grazie ai risparmi che il nuovo impianto comporterà.
È solo per una (fortunata, ma meritata) coincidenza che il cambio di struttura sia avvenuto proprio nel bel mezzo della bufera scatenata dall’improvvisa chiusura di Lentini. Il “sistema” Messina (che comprende Città metropolitana, Srr, Comune e Messinaservizi) lavorava all’individuazione di un’alternativa da tempo e proprio pochi giorni fa– il 19 giugno scorso – si era arrivati al dunque, con l’individuazione del gestore aggiudicatario dell’appalto da un anno, rinnovabile per altri dodici mesi: il raggruppamento di imprese formato da Rekogest, Ecorek ed Ecogestioni, tutte del palermitano. Importo: 10 milioni 236 mila euro, più Iva. Il che significa: poco meno di 275 euro a tonnellata, prezzo fissato che non potrà mutare per un anno (più un altro, potenzialmente), a differenza dei 350 euro che Messina pagava per conferire i rifiuti indifferenziati a Lentini, dove peraltro il costo era “oscillante”, arrivando anche a superare i 400 euro a tonnellata, un anno fa. Una differenza importante, che comporta i 15-20 euro in più al giorno per i maggiori costi di trasporto (l’impianto palermitano dista da Messina una settantina di chilometri in più rispetto a quello di Lentini). Tutto questo si tradurrà in 1,2 milioni di euro di risparmio da qui a fine anno, circa 2 milioni e mezzo in un anno solare.
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