Messina

Venerdì 22 Novembre 2024

L'operazione antidroga a Messina e provincia, quella partita di 250 chili di hashish trattata da Iannello e Benenati

È il 2 febbraio del 2023, quindi praticamente poco tempo fa. Sono le sei del pomeriggio e ci sono le telecamere dei carabinieri a monitorare la concessionaria SJ Auto di Barcellona. E i militari vedono in diretta l’arrivo di Filippo Benenati e Salvatore Iannello, sono loro la coppia “emergente” dello spaccio codificata in questa nuova inchiesta per la zona tirrenica. Con loro ci sono due rappresentanti di un gruppo catanese, Nando Russo e Sebastiano Russo. La vicenda, molto emblematica, viene ricostruita dettagliatamente nella sua ordinanza di custodia dalla gip Simona Finocchiaro. Poco dopo - racconta la gip Finocchiaro -, i fratelli Russo e Benenati - avendo cura che il cancello della rivendita restasse chiuso e Iannello vigilasse all'ingresso, insieme all’altro accompagnatore dei Russo - si appartavano all'interno, per trattare, evidentemente dell’approvvigionamento della droga; che i tre stessero discutendo di delicate questioni illecite emergeva dalle particolari cautele che adottava Iannello Salvatore segnalando al catanese di bussare alla porta in caso di allarme. Dal colloquio - dice ancora la gip -, emergeva che la quantità di stupefacente di cui stavano trattando la cessione, era pari a circa diciassette chilogrammi (esattamente 16,850 Kg - che al prezzo di 1,5 euro al grammo avrebbe comportato una spesa di oltre venticinquemila euro). Oggetto della contesa era, però, anche un’altra tipologia di stupefacente (che si comprenderà essere “erba”, ossia marijuana), per la quale il Benenati Filippo intendeva praticare un prezzo, sempre all'ingrosso, di euro 4,6 al grammo; Iannello Salvatore specificava che quella tipologia a lui era costata sempre un prezzo di euro 4,5. Russo Sebastiano, da parte sua, contestava a Salvatore di avergli riferito che, per quella specifica tipologia, occorrevano, invece, euro 3,8 (da intendersi, ragionevolmente, al grammo). Sempre Russo, quindi, insisteva nel farsi indicare il prezzo finale, al che Benenati Filippo ribadiva di non potere scendere a meno di 4,6 (al grammo), perché quella sostanza (chiamata “erba”, ossia marijuana) non era solo sua; Benenati faceva intendere, quindi, di avere un socio in affari, con il quale aveva anche acquistato 400 chilogrammi di “fumo”, cioè hashish. Russo Sebastiano, che inizialmente si diceva non interessato al “fumo”, ribadiva la propria offerta già fatta in precedenza “di tre”. Il riferimento era a quanto concordato durante la conversazione captata tra Iannello Salvatore con un soggetto dall’accento catanese, in data 5 gennaio 2023, dalla quale emergeva che il catanese era interessato all’acquisto della sostanza per la quale offriva, per l’appunto, il prezzo di tre euro al grammo. A conferma della serietà dell’offerta e della disponibilità effettiva di sostanza stupefacente - prosegue la gip Finocchiaro -, Benenati mostrava agli interlocutori anche un quantitativo di droga di cui era in possesso in quel momento. Nel prosieguo della conversazione, a fronte della ritrosia dei catanesi ad adeguarsi al prezzo praticato da Benenati, Iannello Salvatore a conferma della spiccata pericolosità, che gli consentiva di trattare alla pari con soggetti chiaramente orbitanti in temibili circuiti di narcotraffico- esortava quest'ultimo a non dare corso alle forniture (“Ma se ci devi perdere, lasciali perdere, va”), i catanesi dal canto loro ribadivano il loro peso criminale con minacce neppure troppo velate (“Devi stare attento, Iannello, che tu inc. perché qua siamo troppo arrabbiati... rischiamo... eh!”). Russo Sebastiano valutava, dunque, di prendere solamente per sé, la sostanza stupefacente di tipo marijuana, ammontante a cinquanta chilogrammi. Benenati ribadiva che poteva scendere solamente di poco al di sotto del prezzo che intendeva praticargli, cioè 4,6 euro al grammo, perché aveva acquistato “l’erba” con il proprio socio ed aveva delle spese da sostenere relative alla custodia, magazzino, logistica, trasporto. Si comprendeva poi - spiega la gip -, che Benenati Filippo, con il pieno contributo di Iannello, stava offrendo un totale di duecentocinquanta (250) chilogrammi di stupefacente di tipo “hashish” (esattamente un prodotto di qualità inferiore chiamato “rubio”) al prezzo di 1,50 euro al grammo, e 50 chilogrammi di marijuana.  

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