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Torregrotta, il romeno ustionato nella vecchia stazione: due cittadini gli fanno recapitare un cellulare in ospedale

Gettate le basi per la costruzione di un ponte della solidarietà capace di abbattere la solitudine e lenire il dolore. Il ferimento di M.M., l'uomo di origine rumene, che nella notte dello scorso 3 giugno era rimasto avvolto dalle fiamme negli spazi esterni della vecchia stazione di Scala Torregrotta dove "alloggiava", ha vivamente acceso i sentimenti di alcuni cittadini. Guidati da un profondo senso di solidarietà, altruismo e affetto, Salvatore Pino e Peppe Guido, entrambi di Torregrotta, hanno fatto recapitare al Reparto Grandi Ustioni dell'Ospedale civico di Palermo, dove l'uomo è ricoverato, un pacco con all'interno un cellulare. Una consegna speciale che accorcia le distanze e che allevia, grazie alla possibilità di mantenere i contatti telefonici, quel senso di sofferenza e solitudine che lo sfortunato protagonista di questa storia sta vivendo. L'uomo, di recente, è stato anche sottoposto a un delicato intervento chirurgico, considerate le gravi ustioni riportate su gran parte del corpo. Un dono che incoraggia e che vuole cancellare quelle ferite inflitte nell'animo di chi, troppo spesso, abbandona sé stesso al mondo avendo poca cura nei riguardi della propria vita e della propria quotidianità. Gli amici Salvatore Pino e Peppe Guido hanno garantito la loro piena vicinanza e auspicano che tante altre mani possano offrire aiuto e sostegno. Quel poco che si dona con la consapevolezza di aver compiuto comunque un grande gesto di umanità. Se da una parte la vicenda di M.M. ha creato sofferenza, dall'altra si apre uno spiraglio di luce su quello che poteva sembrare un destino forse già scritto. «Desideriamo che una volta dimesso dall'Ospedale, il nostro amico possa ritrovare condizioni dignitose, sia se deciderà di vivere in Italia, sia se invece preferirà tornare nella sua Romania», spera Salvatore Pino, che si è già messo in contatto con la parrocchia e con l'amministrazione comunale per allargare la catena di solidarietà. «Dietro la storia di questo uomo, c'è una storia di solitudine - ha detto padre Francesco Cucinotta -. È una persona che si impegna, che ha sempre lavorato, ma con delle difficoltà a livello affettivo, perché non riesce a dimorare con degli affetti in maniera prolungata. È bello constatare la solidarietà di due uomini, in questo caso di Salvatore e Peppe, che hanno creato questo ponte con Palermo. Ho sentito i familiari e come parrocchia siamo molto presenti nel territorio. Queste situazioni vanno trattate con estrema delicatezza e cautela, ma noi ci siamo». Una carezza sulle ferite che di certo faranno ancora male a lungo, ma che giorno dopo giorno potranno bruciare sempre di meno, grazie alle cure del personale medico, ma anche e soprattutto grazie a quelle attenzioni che provengono da cuori sinceri, che non si voltano dinnanzi alle difficoltà di questa società, ma si fermano ad ascoltare, donare compagnia, conforto e concreto aiuto. È la notte del 3 giugno, quando M.M., uomo di origini rumene, viene colpito dalle fiamme. Immediate le indagini dei carabinieri del Comando di Milazzo. Un episodio di natura accidentale, così viene dichiarato sin da subito dai militari.

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