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La morte di Giuseppe Carauddo: Pace del Mela e Milazzo piangono quel "ragazzo d'oro" che lascia un vuoto incolmabile

Studente di meccanica, voleva anche imparare a fare il pasticciere. S’indaga sulla dinamica

«Peppe è morto e a lavoro non tornerà mai più» .Sono da poco passare le 6,30 quando l’imprenditore Nino Cuciti, titolare del bar dove Giuseppe Carauddo da qualche settimana svolgeva la sua attività stagionale, riceve una telefonata. Rispondere e apprendere dalla voce del papà del ragazzo della tragedia. Quattro, cinque parole rotte dal pianto che Cuciti non dimenticherà mai. Anche perché – come lui stesso ricorda con commozione – lo riportano indietro nel tempo, quando perse, era il 1995, il fratello Salvatore, che doveva compiere 22 anni, mentre stava rientrando al bar. Anche lui era in sella ad una moto. Allora l’incidente fu ad Olivarella, stavolta a qualche chilometro da contrada Parco. Due giovani accomunati dallo stesso destino. Due giovani che hanno perso la vita mentre andavano a lavorare.
Le comunità di Pace del Mela e Milazzo sono ancora sotto choc per la tragica fine di Peppe Carauddo e da due giorni cercano di dare tutto il loro conforto ai genitori aggrediti all’improvviso da un dolore atroce, lacerante. Che, forse, solo il dono della fede, può lenire, ma mai mandare in archivio. La perdita di un figlio per un genitore è un evento contro natura. «Solo io posso capire il dramma che stanno provando Roberto e Agata, i genitori di Peppe, che abbraccio – aggiunge Cuciti – e a cui dico che continueremo il nostro legame in ricordo del loro amato figlio che lascia una traccia significativa nel cuore di tutti noi come esempio sano delle nuove generazioni». Peppe Carauddo era effettivamente un ragazzo straordinario.

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