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L’inchiesta sull’Asp di Messina, il gip ritiene rilevanti altre intercettazioni

Gli accertamenti della Procura sull’attività dell’ente sanitario e le ingerenze politiche

Lo “scontro” continua. Al centro l’indagine sull’attività dell’Asp di Messina e le pressioni politiche, che già ha avuto un lungo e complesso iter per una profonda diversità di valutazioni tra Procura, Gip e tribunale del Riesame. La nuova puntata giudiziaria è rappresentata da un provvedimento emesso nei giorni scorsi dalla gip Ornella Pastore, che ha dichiarato rilevanti una serie di intercettazioni segnalate nelle sue istanze difensive all’indomani della chiusura delle indagini preliminari dall’on. Tommaso Calderone, uno dei dieci indagati dell’inchiesta, e dal suo legale, l’avvocato Fabio Repici.

A gennaio per questa inchiesta si era registrato l’atto di conclusione delle indagini preliminari siglato dalla pm Roberta la Speme e controfirmato dalla procuratrice aggiunta Rosa Raffa, con la riduzione del numero degli indagati dai tredici iniziali a dieci. Allo stato sono coinvolti per le vicende sanitarie l’ex commissario dell’Asp di Messina Bernardo Alagna, uno solo dei quattro medici assunti dall’Asp per l’emergenza Covid-19, il dott. Domenico Sammataro (ipotesi di truffa sulle ore lavorative), l’ex dg dell’Asp di Messina Paolo La Paglia, il parlamentare barcellonese e avvocato Tommaso Calderone (oggi è deputato nazionale ma i fatti contestati si riferiscono alla sua permanenza all’Ars come deputato regionale, n.d.r.), il segretario particolare del parlamentare, Alessio Arlotta, e poi l’infermiere in servizio all’ospedale di Barcellona Felice Giunta e il dipendente della ditta Medimed Alessandro Amatori (per i due l’ipotesi è di falso). I pm contestano a Calderone e Arlotta un’ipotesi di concorso in “Induzione indebita a dare o promettere denaro e altre utilità” per aver indotto l’allora dg dell’Asp La Paglia a promettergli di aprire la Terapia intensiva al Covid Hospital di Barcellona - siamo nel dicembre del 2020 -, in modo tale da permettere all’on. Calderone di diramare un comunicato stampa e attribuirsi il merito di tale apertura.

C’è poi inserita nell’ambito di questa inchiesta una vicenda che vede indagati per abuso d’ufficio l’ex sindaco di Messina Renato Accorinti, l’ex direttore generale dell’Asp di Messina Gaetano Sirna e il direttore pro-tempore dell’Istituto Don Orione Marco Grossholz: secondo la Procura, in sintesi, nel 2018 avrebbero sottoscritto un protocollo d’intesa senza il parere della Regione Siciliana, e per una struttura non accreditata presso la Regione Siciliana, che impegnava l’Asp per 350mila euro e il Comune per 100 euro al giorno per ogni utente, per realizzare il progetto di assistenza di anziani e disabili, che è la mission del Don Orione. Il cosiddetto “ingiusto profitto” secondo i pm ammonterebbe a quasi sei milioni di euro per il Don Orione.

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