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Rievocato a Rodia l'arrivo del quadro di San Giovanni. La grande devozione di Castanea delle Furie

La suggestiva rievocazione, apre i festeggiamenti in onore del Santo patrono, una devozione particolarmente sentita per gli abitanti di Castanea delle Furie.

Con il rito della traslazione del quadro dal mare a Castanea, si sono aperti i festeggiamenti per San Giovanni Battista, evento che la comunità di Castanea delle Furie vive con grande devozione. La tavola quattrocentesca, come spiega lo storico del luogo Giovanni Quartarone, è il reperto più antico che segna la presenza devozionale del Santo patrono. Secondo la leggenda, tramandata attraverso la tradizione orale e attestata agli inizi del 900 dallo storiografo messinese Gaetano La Corte Cailler, la statua di San Giovanni sarebbe stata portata dagli abitanti di Rodi a bordo di una barca; diretti a Messina furono costretti a fermarsi alla foce del torrente Rodia, non potendo attraversare lo stretto a causa di una terribile tempesta. Lungo il percorso, nel luogo in cui oggi sorge la chiesa di San Giovanni, la cassa in cui era riposto il quadro divenne molto pesante. Questo segno fu interpretato come una volontà del Santo di rimanere in quel luogo e fu così che fu edificata una chiesa a Lui dedicata nella quale ancora oggi il quadro è custodito. Dal 2000 ogni anno, il 14 giugno, si rievoca il prodigioso evento. Accolto dal parroco don Enzo Majuri che ha reso questo momento solenne, tra le preghiere della comunità, il quadro è stato portato a Castanea.

i festeggiamenti

Oggi, giorno 15, al via la novena in preparazione alla festa, animata da gruppi parrocchiali e associazioni locali: alle 18,30 la traslazione del fercolo di San Giovanni animata dai Cavalieri e dall’associazione “S. Giovanni”; a seguire la messa d’inizio novenario. “Già in casa il primo segno è l’accensione “da lampa i San Giuvanni” per tutti i nove giorni (un lumino di cera sostituisce la lucerna ad olio). I botti del mattino con le campane che dovrebbero suonare per mezz’ora tre volte al giorno (all’alba, alle due del pomeriggio e la sera alle 22.30 “u diciadotturi”), invitano i fedeli alle novene: una comunitaria in chiesa e l’altra individuale in casa”, racconta Quartarone. Domenica 23 giugno, vigilia della festa, alle 18,30 la novena animata dall’associazione Giovanna D’Arco e dalla Piccola Orchestra; alle 19 la messa presieduta da mons. Francesco La Camera. “La vigilia a ridosso della mezzanotte e rivolti verso la torre campanaria, o in prossimità, di nascosto si tramanda l’oracolo de “Ascuta”. Sempre la notte si raccolgono le erbe magiche e si bruciano con un falò quelle raccolte l’anno precedente e sul davanzale, sotto i raggi della luna, è il momento della pratica dell’uovo. A pranzo per devozione si mangiano le fave”, prosegue Quartarone nel suo racconto. Lunedì 24 giugno, giorno della festa, dopo la 18,30 la messa solenne presieduta dal parroco don Majuri, la processione del simulacro in legno di San Giovanni per le vie del paese. Al rientro lo spettacolo di giochi pirotecnici.

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